Tariffe, per Pmi italiane bollette luce e gas più care in Ue

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Roma, 22 feb. (Adnkronos) – Per le Pmi italiane le bollette di energia e gas sono le più care d’Europa. Stando ai dati diffusi oggi dalla Cgia, per quanto concerne il prezzo dell’energia elettrica per una famiglia con un consumo domestico medio annuo compreso tra 2.500 e 5.000 KWH, ad esempio, il nostro Paese si colloca al quinto posto con un rincaro rispetto al dato medio dei Paesi dell’area euro pari all’1,4 per cento. Per le imprese, invece, la situazione è molto critica.

Nell’area euro, segnala ancora la Cgia, le nostre bollette sono le più care: rispetto alla media dei 19 Paesi che utilizzano la moneta unica, il costo medio dell’energia elettrica praticata alle nostre attività produttive è superiore del 29,6 per cento. Per il gas, invece, il costo medio che grava su una famiglia italiana con un consumo domestico compreso tra 20 e 200 GJ (Giga Joule – unità di misura dell’energia) è il secondo tra i 19 Paesi che utilizzano la moneta unica. Rispetto alla media dell’area euro paghiamo l’8,2 per cento in più. Le nostre Pmi, invece, pagano il gas il 18,5 per cento in più rispetto la media dei Paesi analizzati.

IN CALO NEL 2019 SOLO GAS E TELEFONO – Nel 2019 a calare sono state solo le tariffe del gas e del telefono. Stando ai dati diffusi oggi dalla Cgia, le tariffe in Italia hanno infatti continuato ad aumentare e le uniche in controtendenza sono state il gas (-0,9 per cento) e i servizi telefonici (-6,1 per cento). Queste voci, assieme alle corse dei taxi (+0,5 per cento) e ai pedaggi sono le sole tariffe ad essere rimaste al di sotto dell’inflazione che, l’anno scorso, è salita dello 0,6 per cento, segnala la Cgia.

Tutte le altre, invece, da quanto rileva la Cgia, hanno subito dei rincari importanti: in particolar modo i trasporti urbani (+2,6 per cento), i servizi postali (+3,4), l’energia elettrica (+5) e i trasporti ferroviari (+7 per cento). Più contenuti, ma comunque superiori all’incremento del carovita, gli aumenti registrati dalla raccolta dei rifiuti (+1) e dalla fornitura dell’acqua (+2 per cento). Solo i pedaggi autostradali/parchimetri non hanno subito sostanziali variazioni rispetto al 2018.