Tassa di soggiorno, nel 2016 Napoli incassa quasi 6 mln

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Nel 2016 la tassa di soggiorno ha generato un gettito per le casse dei comuni di oltre 437 milioni di euro, in aumento dell’1,4% rispetto al 2015, quando i comuni incassarono 431 milioni di euro. In particolare, a Roma nel 2016 l’imposta ha prodotto un gettito di 126,3 milioni di euro; a Milano 41,4 milioni di euro; a Firenze 30 milioni di euro; a Venezia 29,2 milioni di euro; a Rimini 7 milioni di euro; a Torino 6,3 milioni di euro; a Napoli 5,9 milioni di euro. Sono i dati che emergono da uno studio del servizio politiche territoriali della Uil. Se nel 2011, anno di esordio di tale imposta prevista dal decreto sul federalismo municipale, i comuni che avevano optato per l’imposta si contavano sulle “dita di una mano” (Venezia, Roma, Firenze, Catania, Padova, Vieste, Villasimius e pochi altri), ad oggi sono 649 i comuni che applicano l’imposta di soggiorno, sostanzialmente gli stessi comuni del 2015 in quanto, per quest’anno, anche questa imposta è soggetta al blocco degli aumenti decisi a livello nazionale con la Legge di stabilità. A queste prime città o località turistiche, infatti, si sono aggiunte, nel tempo, altre città quali: Milano, Bologna, Napoli, Aosta, Livorno, Perugia, Matera, Vicenza, Verona, Ancona, Como, Siena, Pisa, Lecce, La Spezia, Ravenna, Trapani, Messina, Rimini, Palermo (dal 2014), Siracusa, Sondrio, Lucca. Ma ora la cosiddetta “manovrina correttiva” ha sbloccato l’imposta di soggiorno e già alcuni comuni, come Cervia, Comacchio (a partire dal prossimo mese di ottobre), Atrani da Luglio, oppure Maiori, che ha modificato le aliquote, ne hanno colto l’opportunità.