Teatro: in scena al Tram “Miracolo”, una storia di migranti

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Una storia di migranti che arriva dalla Sicilia, anche perché siciliana è la compagnia che sabato 14 e domenica 15 dicembre porterà al Teatro Tram lo spettacolo “Miracolo”, reduce dalle ultime rappresentazioni di successo in Grecia (a Salonicco e Atene), nell’ambito del progetto “Revolution”.
Due fratelli (becchini precari) hanno il compito di seppellire un migrante, ma il cimitero della città è stracolmo. Da ciò scaturisce un agro divertissement in cui i due provano, senza riuscirci, a sbarazzarsi del corpo del defunto.
La genesi del testo – di Giuseppe Massa, che ne cura anche la regia – nasce all’interno di Write 2016, residenza creativa che coinvolge drammaturghi siciliani ed europei all’interno del monastero di Mandanici, Messina. “Miracolo” prende spunto dalle ondate migratorie che attraversano il Mediterraneo per investigare la progressiva disumanizzazione della nostra società. Da ciò nasce l’urgenza di analizzare questo processo di trasformazione mettendolo in relazione col concetto di santità. Questo dialogo- conflitto è dunque il fulcro dello spettacolo: santo vs umano; umano vs bestia; luce vs buio. San Lorenzo: “Mea nox obscurum non habet, sed omnia in luce clarescunt (La mia notte non conosce tenebre, tutto risplende di luce)”; sentiamo l’esigenza di aggiungere un umile punto interrogativo al pensiero del martire.
Un testo dissacrante eppure sempre brillante, con un dialogo serrato tra i due fratelli Bernardo e Antonio (interpretati da Gabriele Cicirello e Paolo Di Piazza, sul palco insieme a Dorinne Raboude) sul destino di quella bara, tra improbabili soluzioni ed elementi poetici. Tra urla, disperazione, atmosfere beckettiane, tragico umorismo sul significato ultimo della morte, la pièce ripercorre le tracce dell’esistenza umana dal suo inizio alla sua fine.