Teatro Mediterraneo, è di scena il Don Chisciotte

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Ottobre di grande danza a Napoli, a cominciare l’otto con l’Otello di Fabrizio Monteverde al Teatro di San Carlo di Napoli, per poi riassaporare la meravigliosa Svetlana Zakharova nella Carmen suite di Alberto Alonso, sempre al Massimo napoletano il 13 ottobre scorso e chiudere con il Don Chisciotte di Maria Grazia Garofoli il 16 al Teatro Mediterraneo per la terza edizione del progetto Danza & Professione di Sergio Ariota. Un trittico di grande repertorio in scena a Napoli, dunque, tanto per riprendere confidenza con Tersicore attraverso i magnifici nomi di cui sopra e, soprattutto, rinfrancandosi con le nuovissime leve di Sergio Ariota, direttore artistico di Danza & Professione appunto, quest’anno affidate alle mani esperte di Maria Grazia Garofoli. Eh sì, dopo la meravigliosa rappresentazione estiva de La Bayadere con il pas de deux di Giuseppe Picone e Ludmila Konovalova (prima ballerina del Teatro dell’Opera di Vienna) presso la Valle dei Templi di Paestum, il progetto Danza & Professione torna a Napoli, nel teatro di casa, ovvero quel Teatro Mediterraneo già terra di conquista un anno fa dell’etoile della ABT Danil Simkin. Insomma nomi altisonanti e partner da sempre del progetto didattico ed artistico di Sergio Ariota che quest’anno ha voluto nazionalizzarne la direzione con Maria Grazia Garofoli. Già etoile al Teatro la Fenice di Venezia sotto l’egida di Eugeny Poliakov, poi direttore del Corpo di Ballo della Fondazione Teatro dell’Arena di Verona. Oggi coreografa responsabile del progetto didattico Danza & Professione, uno dei progetti più ambiziosi e riusciti del panorama coreutico italiano non istituzionale. Cambiamenti radicali di registro per la Garofoli ma sempre protagonista dei propri progetti, la coreografa prende a Napoli le redini mettendosi alla guida della settantina e passa di danzatori per la messinscena del Don Chisciotte che ha già proposto nel 2003 al Teatro dell’Arena di Verona appunto.GAROFOLI 1Quando sono stata invitato da Sergio Ariota a coreografare il Don Chisciotte per Danza & Professione – ci spiega la Garofoli – non ho esitato ad accettare. Lavorare con i giovani è l’aspetto più prezioso di questo lavoro. Abbiamo messo su un corpo di ballo di una settantina di elementi, provenienti da una ventina di scuole di danza, quale cornice del pas de deux di Basilio e Kitri nei nomi di primi ballerini del National Opera of Ukraine Aleksandr Stoianov e Kateryna Kukhar. L’idea del mio Don Chisciotte è la riproduzione coreutica del titolo di Manuel Cervantes, riprendendone spunti letterari e romanzati assenti nella versione della prima rappresentazione del balletto di Marius Petipa del 1869 e delle successive. A questo proposito darò più spessore al personaggio del cavaliere dalla triste figura che contribuisce a far esplodere lo spettacolo festoso e vivace come in un sogno, realizzandone un lungo e piacevole divertissement per il corpo di ballo. Il racconto, a differenza dell’originale petipiano, prevede una caverna delle meraviglie dove il cavaliere si lascia incantare dalle visioni dei suoi sogni letterari.” Cultura di danza, dunque, per la coreografa di Danza & Professione, giusto per restare nel tema della formazione. Del resto basta scorrere il sito ufficiale della Garofoli per comprendere l’interesse della coreografa al retroterra culturale da associare alla danza ed al balletto sin da quando, nel 1999, diviene direttore della compagnia della Fondazione veronese per la quale proporrà La tempesta di Fabrizio Monteverde, I due gentiluomini di Verona di Stefano Giannetti, Le bourgeois di Ben van Cauwenberg, Lo spectre de la rose di Mikhail Fokine, Ciajkovskij pas de deux di George Balanchine, Jardin aux lilas di Antony Tudor, Francesca da Rimini di Eugeny Poliakov, In the middle somewhat elevated di William Forsythe. “E’ un onore lavorare con Maria Grazia Garofoli – ammette il direttore artistico di Danza & Professione – soprattutto per il bene di tutti questi ragazzi accorsi per la terza edizione. La sua esperienza ci tornerà utile per la messinscena del Don Chisciotte più innovativo per noi e per il numeroso ed appassionato pubblico. E’ molto bello vederla in sala prove a correggere meticolosamente ogni istante della coreografia. E’ una professionista unica, geniale ma sempre con i piedi per terra.” La strada del repertorio ottocentesco di questo Don Chisciotte è ormai tracciata sin dalla prima edizione ma, questa volta, la Garofoli ha offerto un innesto di cultura letteraria ai libretti conosciuti dalla massa. Proprio uno dei valori aggiunti della diversificazione dell’offerta tanto pensata e cercata dall’istrionico Sergio Ariota.