Il telescopio Euso con il Soyuz nello spazio: anche l’Infn di Napoli nel progetto di ricerca

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È stato lanciato dal cosmodromo di Baikonur il veicolo spaziale Soyuz MS14 con a bordo Mini-Euso (Multiwavelength Imaging New Instrument for the Extreme Universe Space Observatory), un telescopio per raggi ultravioletti, frutto di un accordo fra l’Asi Agenzia Spaziale Italiana, ente finanziatore, e l’Agenzia Spaziale Russa Roscosmos, e sviluppato da una collaborazione internazionale guidata dall’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con il contributo del MAECI, Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Per l’INFN partecipano le sezioni di Bari, Catania, Napoli, Roma Tor Vergata, Torino e i Laboratori Nazionali di Frascati. La Soyuz raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), dove l’astronauta Luca Parmitano attiverà il telescopio. “Mini-EUSO, che è stato integrato nei laboratori della Sezione INFN e del Dipartimento di Fisica di Roma Tor Vergata, è il frutto di un’ampia collaborazione internazionale di ricercatori che hanno dapprima sviluppato le nuove tecniche di rivelazione nell’ambito del programma JEM-EUSO, e poi hanno costruito un apparato con tempi e costi estremamente contenuti per un progetto spaziale di questa complessità”, racconta il coordinatore dell’esperimento Marco Casolino, ricercatore dell’INFN nella Sezione di Roma Tor Vergata. Mini-EUSO osserverà la Terra dal modulo russo Zvezda della ISS. Sarà puntato verso la Terra per registrare le emissioni ultraviolette di origine cosmica, atmosferica e terrestre. Il sistema ottico e la superficie focale di nuova generazione consentono al telescopio di raggiungere una sensibilità senza precedenti, permettendo di rivelare ciascun fotone emesso in un campo di vista di 40 gradi con una frequenza di 400.000 immagini al secondo.