Roma, 9 set. (askanews) – Inizia una nuova avventura, con un nuovo obiettivo. Questo il mood emerso dal media day dell’Italtennis impegnata questa settimana con Belgio, Brasile e Olanda nel Gruppo A delle Davis Cup Finals di scena sul veloce indoor dell’Unipol Arena di Bologna (le prime due squadre di ognuno dei quattro raggruppamenti si qualificheranno per la poule finale di novembre a Malaga). Torneo che non vedrà in campo Sinner (in turno di riposo insieme a Musetti), ma che segna il ritorno di Berrettini.
“A Bologna da squadra campione del mondo è sicuramente una sensazione diversa – esordisce il capitano azzurro Filippo Volandri -. Ma quel che è stato è stato ed ora siamo pronti a ricominciare. Abbiamo un grande team con dei giocatori giovani e siamo pronti per un nuovo traguardo. La Davis è particolare, l’ho imparato da giocatore, perché i ranking non contano: bisogna affrontare ogni squadra ed ogni avversario con la medesima attenzione”. Primo impegno – mercoledì – contro il Brasile: “Sono una squadra giovane con Fonseca che ha un gran futuro davanti – dice ancora Volandri -. Ovviamente non ho ancora deciso chi scenderà in campo: in queste giornate di allenamenti voglio raccogliere il maggior numero di informazioni possibili per valutare. Sono molto contento di questo percorso iniziato tre anni fa: il successo del 2023 è importante ma deve darci nuovi obiettivi. E’ vero, abbiamo una scelta ampia con almeno nove giocatori che meriterebbero di essere convocati. E questo ci permette di poter contare su un gruppo fatto di giocatori sempre disponibili”. E sul secondo Slam di Sinner aggiunge: “Orgogliosissimi di quello che sta facendo”.
La “new-entry” di quest’anno è Flavio Cobolli: “Con la maglia della nazionale è una faccenda diversa, oltretutto per me è la prima volta – le parole del 22enne romano -. Sono stato accolto molto bene da tutti: sono emozionato, sento che siamo una grande famiglia. Questa è una competizione che mi appartiene e non vedo l’ora di scendere in campo”. Lo storico successo nel misto allo Us Open in coppia con Errani è stato il coronamento di un sogno per Andrea Vavassori, che ora ha in bacheca anche un trofeo Slam: “La vittoria con Sara è stata un risultato emozionante – sottolinea il 29enne torinese -: lei è una persona speciale, che sta facendo una stagione incredibile. Se Simone [Bolelli] è ‘geloso? Che abbia vinto con lei? Assolutamente no, siamo tutti molto uniti e ci sosteniamo a vicenda nei tornei durante la stagione”.
Così, dopo due anni (la semifinale persa contro il Canada nel 2022 a Malaga la sua ultima presenza con la maglia azzurra) Matteo Berrettini è di nuovo pronto a scendere in campo in Coppa Davis con l’Italia: “Fa piacere tornare da potenziale giocatore anche se in parte mi ci sono sempre sentito – sottolinea il 28enne romano – lo scorso anno non potevo partecipare ma ho cercato di dare il mio sostegno in un altro modo. Abbiamo iniziato questo percorso con Filippo [Volandri] dicendoci che tutti fanno parte della squadra, anche chi non gioca. E adesso lui è in difficoltà perché può portare solo cinque giocatori mentre potenzialmente sarebbero dieci. L’anno scorso mi è servito tanto anche in termini di stimoli per tornare. Con Filippo e tutti i ragazzi ci eravamo fatti una promessa: ho lavorato tanto per tornare competitivo. Essere qui per me è speciale”. Da Berrettini i complimenti a Sinner: “Jannik è il leader di questo movimento, quando partecipa a un torneo è sempre il favorito – aggiunge – Tutti noi cerchiamo di seguirlo, da Musetti fino a Cobolli. È bello, emozionante e stimolante. Grazie a loro sono qui di nuovo perché quello che ho vissuto lo scorso anno mi ha dato l’energia per tornare”. Tornato in top 50 con tre tornei ATP vinti quest’anno (Marrakech, Gstaad e Kitzbuhel), Berrettini ha affrontato Sinner lo scorso luglio a Wimbledon. Un match importante per capire il proprio livello: “A Wimbledon è stata una partita speciale perché ho sentito di essere di nuovo a quel livello, qualcosa che mi ero chiesto nei mesi difficili. Quella partita mi ha dato una grande spinta, dopo ho vinto due tornei. Vedere Jannik così in alto sorprende fino a un certo punto, la sua strada è sempre stata chiara. Adesso è il più forte di tutti. A Jannik ruberei la dedizione al lavoro e la capacità di voler migliorare sempre. È arrivato giovanissimo nell’élite del tennis e non si è mai fermato. Ascoltandolo è sempre orientato al futuro, questa è una capacità che hanno i grandissimi. Sto cercando di fare lo stesso, trovando stimoli importanti e la gioia nel migliorare”.