Un sistema che garantisce al momento circa 800 milioni di fatturato nell’esclusivo ambito sanitario, raggiungendo i quasi 2 miliardi se si tiene in considerazione il cosiddetto indotto, per 1 milione di presenze distribuite negli oltre 300 concessionari italiani: sono queste le stime che concorrono a ritrarre la fotografia dell’attuale sistema termale italiano, ricordate nel corso di ”Aqua Thermae”, l’iniziativa promossa da Federterme Confindustria per i propri 100 anni di attività. Dopo qualche anno più difficile, il sistema sta riprendendo quota grazie allo sviluppo della ricerca e ad una accresciuta, innovativa, progettualità, aspetti che al momento permettono al mondo delle aziende termali italiane di poter contare su circa 15mila addetti, che vanno ad aggiungersi ai 45mila rientranti nella quota non legata al sistema strettamente sanitario. Il futuro, è emerso dall’appuntamento marchigiano, passa attraverso il rafforzamento dell’aspetto legato alla cura delle diverse patologie cui possono applicarsi i benefici delle acque termali, cui nel tempo si è affiancata anche l’attività relativa al Benessere.