Antonello Venditti, tanti – purtroppo – anni fa, cantava che certi amori che sembravano essere definitivamente conclusi, fanno giri incredibili per poi trovarsi e ricominciare. In Italia, con importanti ripercussioni all’estero, se ne è avuta conferma lunedì, nel primo Consiglio dei Ministri della ripresa post ferie. Tra altri provvedimenti, esso ha varato la più che attesa, agognata strategia che permetterà al Tesoro di ritornare a stretto giro al comando di un suo presidio lasciato un pò al suo destino. Quello che, oltre a essere di importanza strategica, è anche fonte copiosa di entrate di vario genere per l’ Erario. Si tratta della impostazione dei riferimenti generali delle telecomunicazioni nel Paese, nonchè da e per esso. Prima di azzardare anche il più laconico degli stralci di commento sulla vicenda, non si può a ogni buon conto e anche pregiudizialmente affermare che l’operazione Tim, Kkr e altri partners deve essere inquadrata tra le non molte scelte positive e oltretutto strategiche che il Governo sta facendo. Quindi da tanto è possibile e opportuno tentare di inquadrare il settore delle comunicazioni in Italia. Riconoscendo, semmai ce ne fosse ancora bisogno, a Marconi il suo contributo fondamentale e a Bell, fatti I dovuti aggiustamenti, le sue variazioni sul tema, è opportuno fissare un termine a quo cominciare a osservare e commentare i “fattarielli”, come vicende del genere vengono definite a Napoli, che riguardano quel settore. Esso può essere a ragion veduta individuato nella nascita della Repubblica, che nella Carta Costituzionale vide riconosciuta la valenza strategica di quella attività e di alcune altre, Tale importanza condizionò a tal punto gli addetti ai lavori che si ritenne opportuno lasciare il suo esercizio allo Stato. Quindi, prima che la creatura che aveva stupito il mondo con l’ esperimento dell’accensione a distanza- dalla Vecchia Europa alla Nuovissima Australia, in Italia prendesse il nome di SiP, antenata della Tim, ci furono numerose realtà aziendali non statali che esercitarono in concessione governativa quell’ attività che, nel frattempo, era stata definita fonia. Premessa: nei settant’ anni trascorsi, il terminale che si interfaccia con l’uomo di quegli apparati tecnologici si è ridotto da una monumentale apparecchiatura sistemata su un tavolino e collegata alla rete da veri e propri cavi, a qualcosa di molto simile a una protesi usata da chi ha problemi di udito, il più delle volte senza che necessitino di fili di collegamento: con sfoggio di giovanilismo si può, una tantum, affermare che il tutto marcia con tecnologia wireless. Contemporaneamente all’ lintroduzione delle novità appena descritte, ininiziarono a essere scambiati, oltre ai messaggi vocali, dati di ogni genere. Oggi quindi fa una certa impressione a chi era studente durante il ’68, sentire che, la governance del nuovo soggetto che verrà fuori dopo che saranno stati compiuti tutti i passaggi che il caso richiede, la cosiddetta Netco, sarà saldamente controllata dall Tesoro Italiano. Ciò nonostante lo stesso sarà presente nel suo capitale sociale con una partecipazione minoritaria. Tutto quanto esposto fin qui potrebbe far pensare, in maniera genericamente positiva, a una forma di Corsi e Ricorsi storici, come quelli che aveva ipotizzato il Filosofo napoletano Giovan Battista Vico. Sarebbe bello, ma con ogni probabilità non sta andando così. Molti di coloro che avrebbero dovuto avere a cuore le sorti del Bel Paese, già poco competenti, è da un pò che si sono lasciati prendere mani e piedi da approssimazione e improvvisazione. In un momento storico quale è quello attuale, un coacervo del genere assume le caratteristiche della benzina gettata sul fuoco con l’ intentento di spegnerlo. Che si sappia, in nessuna previsione astrologica è riportato che all’ Umanità debba succedere qualcosa del genere per riprendere la retta via.