Timori deflazionistici, segnali negativi sul fronte macro

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Borsa italiana ben al di sotto della parità: il Ftse Mib segna -1,05%, il Ftse Italia All-Share -1,02%, il Ftse Italia Mid Cap -0,77%, il Ftse Italia Star -0,75%. Vendite su lusso, risparmio gestito, STM. Mercati azionari europei in ribasso: DAX -1,2%, CAC 40 -0,7%, FTSE 100 -0,2%, IBEX 35 -0,8%. Ieri sera a Wall Street l’S&P 500 ha chiuso a -0,68%, il Nasdaq Composite a -0,87% e il Dow Jones Industrial a -0,29%. I future sui principali indici USA attualmente sono in ribasso dello 0,2-0,5 per cento. Altra flessione per Tokyo con il Nikkei 225 a -1,89% dopo il -1,11% di ieri, penalizzato dal rafforzamento dello yen sul dollaro, non una buona notizia per i grandi esportatori nipponici. Deboli le borse cinesi: a Shanghai l’indice CSI 300 termina a -1,13%, mentre a Hong Kong l’Hang Seng segna al momento -1%. Segnali negativi sul fronte macro per i timori deflazionistici: a settembre i prezzi al consumo crescono meno del previsto e i prezzi alla produzione segnano forti ribassi. Euro in rialzo nei confronti del dollaro. EUR/USD tocca 1,1425, massimo dal 18 settembre. Mercati obbligazionari europei positivi in avvio: il rendimento del BTP decennale scende di 3 bp rispetto alla chiusura precedente all’1,64%, anche quello del Bund cede 3 bp allo 0,56%. Lo spread è quindi stabile a 108 bp. Settore lusso in crisi anche oggi dopo le consistenti flessioni di ieri. A penalizzare il settore sono ancora le indicazioni provenienti dalla Cina, dove l’inflazione a settembre ha segnato un rallentamento, a conferma del raffreddamento dell’economia. Secondo un sondaggio condotto da Reuters tra 50 economisti, nel terzo trimestre il PIL cinese è cresciuto del 6,8%, il valore più basso dal primo trimestre 2009. La Cina è uno dei principali mercati di sbocco dei gruppi che operano nel settore lusso.

Borse asiatiche

Mercati asiatici ancora in rosso sui dati macro cinesi. Il Nikkei perde l’1,89% Non cambia il copione sui mercati asiatici, con i dati macroeconomici in arrivo dalla Cina a condizionare la seduta, anche se, per lo meno inizialmente, Shanghai e Shenzhen sono le piazze meno colpite. Un rallentamento nei prezzi dei prodotti alimentari ha spinto in frenata l’inflazione cinese dopo i massimi dei precedenti 13 mesi registrati in agosto. Secondo quanto comunicato dall’Ufficio nazionale di Statistica, infatti, in Cina i prezzi al consumo per settembre hanno segnato un incremento dell’1,6% contro la crescita del 2,0% di agosto e a fronte dell’1,8% atteso dagli economisti. E i timori deflazionistici deprimono i corsi dei listini, anche perché, parallelamente, Pechino ha comunicato che i prezzi alla produzione sono calati significativamente anche in settembre, quarantatreesimo mese consecutivo di declino, segnando una flessione del 5,9% in linea con le attese e uguale al mese precedente (in luglio il calo era s tato del 5,4%). Si tratta della flessione più marcata dall’ottobre del 2009. Dopo un’iniziale moderato progresso a un paio d’ore dalla chiusura degli scambi Shanghai Composite, Shanghai Shenzhen Csi 300 e Shenzhen Composite segnano perdite tra il mezzo punto e il punto percentuale. Performance simile anche per l’Hang Seng di Hong Kong. Dopo una seduta in frenata per Wall Street (il peggiore degli indici Usa è stato il Nasdaq, deprezzatosi dello 0,87%), è Tokyo a soffrire maggiormente anche a causa del rafforzamento dello yen sul dollaro (non una buona notizia per i grandi esportatori nipponici: Toyota Motor, Nissan, Suzuki Motor e Honda perdono il 2-3% mentre Komatsu e Isuzu il 4-5%), mentre si allontana l’ipotesi di rialzo dei tassi Usa quest’anno. E il Nikkei 225 segna una perdita dell’1,89% in chiusura degli scambi. Com’è successo a Tokyo, anche a Sydney restano sotto pressione i titoli del settore petrolifero, nonostante i corsi del greggio non abbiano registrato variazioni rilevanti, ma il mercato resta concentrato sulle forti perdite dei giorni precedenti e sul rapporto mensile dell’International Energy Agency (Iea) pubblicato martedì, in cui si prevede che il setto re anche nel 2016 soffrirà per eccesso d’offerta. E l’agenzia con base a Parigi ha tagliato di 200.000 barili al giorno, rispetto alle stime di settembre, la previsione di crescita della domanda di greggio il prossimo anno. L’S&P/ASX 200 limita allo 0,11% le sue perdite in quella che però è la terza seduta consecutiva in territorio negativo. In calo dello 0,47% invece il Kospi di Seoul al termine delle contrattazioni.

Borsa Usa

Wall Street chiude in ribasso, pesa dato cinese e prudenza prima delle trimestrali. A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in ribasso. Il Dow Jones ha perso lo 0,29% l’S&P 500 lo 0,68% e il Nasdaq Composite lo 0,87%. Il Dow Jones ha interrotto una striscia positiva lunga sette sedute. Il dato cinese sulle importazioni (crollate a settembre) ha riacceso i timori su un possibile rallentamento dell’economia. Tra i singoli titoli Johnson & Johnson -0,54%. Il gigante farmaceutico e dei beni di consumo ha annunciato i risultati del terzo trimestre. Il periodo si è chiuso con un utile di 3,36 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 4,75 miliardi dello stesso periodo di un anno prima. Escluse le poste straordinarie l’utile per azione si è attestato a 1,49 dollari, 6 centesimi in più rispetto alle attese. I ricavi sono diminuiti del 7,4% a 17,1 miliardi contro i 17,45 miliardi indicati dal consensus. La società ha migliorato l’outlook per l’esercizio in corso e ora prevede un Eps compreso tra 6,15 e 6,20 dollari contro i 6,10-6,20 dollari della precedente guidance. Johnson & Johnson ha anche annunciato un programma di acquisto di azioni proprie per 10 miliardi di dollari. Twitter +1,08%. Il social media ha annunciato un piano di ristrutturazione che prevede la riduzione dell’8% del proprio organico a livello globale (pari a 336 unità). General Electric +0,3%. Il conglomerato ha ceduto un portafoglio di prestiti da oltre 30 miliardi di dollari a Wells Fargo. Wausau Paper +40,05%. La svedese Sca Group ha annunciato l’acquisto del produttore di fazzoletti e carta igienica per 513 milioni di dollari in contanti. Intel -0,53% in attesa della pubblicazione dei risultati del quarto trimestre. Gli analisti stimano un utile per azione di 0,59 dollari su ricavi per 14,22 miliardi. JetBlue -7,86%. Jp Morgan ha tagliato il rating sul titolo della compagnia aerea a neutral.

Italia

A Piazza Affari ieri i deboli riscontri da Cina e Zew hanno pesato solo in parte sull’umore degli operatori che hanno recuperato buona parte dei ribassi nella seconda parte di seduta. L’indice Ftse Mib ha chiuso la seduta con una flessione dello 0,19% a 22.048 punti. I dati sulla bilancia commerciale cinese hanno evidenziato un brusco peggioramento delle importazioni che sono calate del 20,4% a/a a settembre dal -13,8% precedente. Il dato ha riacceso la preoccupazione per le prospettive di crescita della seconda più grande economia del mondo. Lunedì prossimo, 19 ottobre, è atteso l’importante riscontro dell’andamento del PIL cinese nel terzo trimestre. Intanto, come già accennato, i riscontri dell’indice Zew sulla fiducia degli investitori tedeschi sono stati deludenti. L’indice è sceso a ottobre a 1,9 punti dai 12,1 precedenti (il consensus era 6,5).


I dati macro attesi oggi

Mercoledì 14 ottobre 2015

03:30 CINA Inflazione set;

03:30 CINA Indice prezzi alla produzione set;

08:45 FRA Inflazione set;

09:00 SPA Inflazione (finale) set;

10:00 ITA Inflazione (finale) set;

10:30 GB Variazione n° disoccupati ago;

10:30 GB Tasso di disoccupazione ago;

11:00 EUR Produzione industriale ago;

14:30 USA Indice prezzi alla produzione set;

14:30 USA Vendite al dettaglio set;

16:00 USA Scorte delle imprese ago;

20:00 USA Beige Book (Fed).