Tolleranza zero per i baby mafiosi Cantalamessa (Lega), proposta di legge: In carcere a 12 anni

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In foto Gianluca Cantalamessa, coordinatore regionale e deputato della Lega

“Non è più dilazionabile l’abbassamento del limite d’età per l’imputabilità dei minori”, si legge nella proposta di legge presentata alla Camera da 9 deputati della Lega per modificare le disposizioni sul processo penale a carico degli imputati minorenni. Il primo firmatario è Gianluca Cantalamessa, parlamentare leghista di Napoli, la città dove, secondo la Direzione investigativa antimafia, cresce la ferocia delle cosiddette baby gang, gruppi di minori che i clan assolderebbero come un vero e proprio “esercito di riserva”. Attraverso l’atto, i deputati del Carroccio chiedono di modificare l’articolo 97 del codice penale, riducendo il limite di età per l’imputabilità a 12 anni. Attualmente il codice fissa il limite a 14 anni. Inoltre, la Lega vorrebbe eliminare una parte dell’articolo 98 del codice penale che prevede una “diminuzione di pena” per i minori ritenuti responsabili del reato di associazione mafiosa, come dispone il 416 bis. E’ stato proprio l’acuirsi delle denunce sulle violenze compiute dalle baby gang a orientare la proposta. Non è un caso, infatti, che il testo parta proprio dall’assunto che per contrastare il fenomeno serva una risposta in termini repressivi. Per i 9 deputati leghisti, bisogna “adeguare la legislazione penale minorile – si legge – alla realtà dei fatti” perché”una risposta di carattere generale e sistematico a questa realtà criminale poggia in primo luogo sull’abbassamento della soglia dell’imputabilità”. Nell’atto, si fa riferimento a una “capacita’ criminale” di ragazzini anche di 12 anni che commettono “gravi reati contro la persona e contro il patrimonio”. Nella proposta di legge si cita il caso di Napoli, dove gli under 14 vengono “utilizzati dalla criminalita’ organizzata per compiere reati anche gravissimi”. Ma non e’ solo in Campania che imperversano le baby gang: “si pensi alle grandi citta’ del Nord, al territorio milanese, ad esempio, con le realta’ “extralegali” dei campi rom – scrivono i parlamentari – e la partecipazione attiva di infra-quattordicenni a reati contro il patrimonio, in particolare furti con destrezza nelle stazioni e nei luoghi affollati”.
Cantalamessa è l’unico deputato del Sud, insieme alla pugliese Anna Rita Tateo, ad aver firmato l’atto. L’iniziativa del parlamentare campano è stata sostenuta – e controfirmata – anche dai colleghi della Lega Fabio Boniardi di Milano, Roberto Turri di Verona, Ingrid Bisa di Treviso, Flavio Di Muro di Torino, Riccardo Marchetti di Perugia, Luca Paolini di Ancona e Manfredi Potenti di Livorno. Benché non si faccia riferimento ai clan nell’approfondire il tema della violenza delle baby gang al Nord, i parlamentari settentrionali della Lega hanno ritenuto di firmare il testo anche nella parte dedicata a eliminare gli sconti di pena per i minori affiliati alle cosche di mafia e camorra. “La manovalanza (minorile, ndr) e’ utilizzata con premeditata e lucida consapevolezza della certa sottrazione al processo penale e alla sanzione dei soggetti in questione”, si legge nella proposta di legge che, comunque, chiede che si conservi l’attuale sistema di “accertamento della capacità di intendere e di volere” con verifiche di tipo criminologico, cliniche ma anche di contesto, basate cioè sulla famiglia e sull’ambito “sociale e razziale” di provenienza del minore tra i 12 e i 18 anni. Abbassare il limite d’età per imputare i minori e’ ritenuto dai parlamentari del Carroccio “coerente” con altri ordinamenti occidentali come quello di Paesi “particolarmente evoluti come il Canada”, il Regno Unito, l’Australia e la “Nuova Zelanda, dove l’età ufficiale della responsabilita’ penale si attesta sulla soglia dei dieci anni”.