Durante l’estate, qualcuno con tutti i venerdì, ha lavorato sodo per la Ue. Il Professor Mario Draghi, questa è la qualifica che meglio lo presenta, nei giorni scorsi ha iniziato il tour di presentazione dello studio sullo stato della UE. Tale studio gli era stato commissionato all’ inizio dell’anno dalla Presidente della Commissione
Europea Ursula Von der Leyen per controllare il battito e la pressione e altro di quella realtà geopolitica. Che la stessa non sia in forma non è una novità, mentre lo è, peraltro grossa, quella di aver affidato il compito di effettuare a essa un check total body. Essa ha richiesto una buona dose di iniziativa da parte della Commissario che si è assunta un onere di prima grandezza. È stata la particolare articolazione dei test da effettuare che ha fatto cadere la scelta su quel Commis di alto livello e di larghe vedute. Questi, solo per fare un ripasso a la volè, in precedenza ha ricoperto più di un incarico all’interno della Casa Comune: tale circostanza gli attribuisce la prerogativa che rappresenta quanto di meglio si possa trovare tra i cervelli mondiali che pensano comme il faut. Si può avere un’ interessante idea di quanto sia importante poter disporre di un consulente del genere, detentore di una formazione a tutto campo (non di campo largo, n.b!), anche facendo riferimento a qualche considerazione in uso nel mondo classico. Nella Roma dei Cesari si diceva, infatti, “cave hominem unius lìbri’ , guardati dall’avere accanto un uomo acculturatosi con un solo libro o tipo di conoscenze. Ciò per dare la precisa idea della limitatezza e quindi della poca efficacia concreta di una cultura monotematica. Il Professore, nel recente passato, si è occupato di diversi aspetti del funzionamento della UE, concludendo la sua carriera, almeno fino all’accettazione dell’attuale nuovo incarico, dopo aver espletato quella di Premier nella sua terra di origine, l’Italia. Quella che segue è una sintesi estrema delle sue considerazioni, conclusioni e indicazioni per la Ninfa fuori forma, per evitare che non possa più partecipare agli eventi che la hanno vista protagonista fino a qualche tempo fa. Al sodo. Quello che fino alla metà del secolo scorso era lo spazio dove vivevano popoli caucasici si, ma di tante etnie diverse, man mano si è evoluto in una forma di nuova realtá geopolitica, dove le stesse sono diventate opportunitá e occasioni per tutti i paesi che ne fanno parte.Da evidenziare che prima erano appannaggio solo di alcuni di essi. Negli ultimi anni, anche quando non clamorosi, molti inconvenienti si sono presentati, mettendo in risalto quanto fosse importante agire insieme, sia in presenza di eventi positivi che negativi. In questi ultimi anni, anche per fatti che esulano da ogni intervento del parlamento di Bruxelles, sono diverse le disfunzioni che si sono fatto largo all’interno della UE, dal Covid ai fatti d’armi, spiazzando anche il resto del mondo. Senza contare l’uscita dell’ Inghilterra da quella formazione, pur essendone stata tra i paesi fondatori. È inutile rivangare quanto ciò sia stato negativo sia dal punto di vista politico che da quello commerciale. Al momento il primo indicatore del cagionevole stato di salute della vecchia/giovane realtà, se non protagonista almeno comprimario, del film che il mondo gira da anni quotidianamente e non stop è quello che segue. Riguarda il modo di creare la ricchezza e farlo al meglio: usare tecniche che ottimizzino la produttività, tra di esse la ricerca scientifica. Attualmente il suo strumento di monitoraggio è appunto la crescita del suo PIL che è decisamente bassa. La relazione di Draghi, a seguito anche di tale rilevazione, indica la scarsità del requisito di base, la produttività, come un handicap importante per la ripresa. Ex aequo si dispongono la possibilità di far debito in proprio oltre che da parte dei paesi componenti e la scarsità degli investimenti programmati, da ridimensionare sostanziosamente quanto prima. Ciò che è stato fin qui riportato vuole essere la sintesi di una chiacchierata tra amici. La relazione completa, 400 pagine di parole, numeri e grafici del lavoro de quo, inizierà da subito il giro di presentazioni alle varie istituzioni internazionali.Saranno sempre illustrate e commentate dall’ Autore. Prima di chiudere è bene sottolineare che le conclusioni a cui arriva Draghi sono del genere “così è, se vi pare”, aggiungendo a margine “anche nel caso contrario”. Detto al bar, dopo la messa, vale il cattolico “chi è causa del suo mal, pianga se stesso”. Per chiudere quindi la parentesi usata come indicativa di questa nota, è da tener assolutamente in vita il ricordo delle Torri Gemelle. Oggi ricorre l’anniversario di quanto accadde a New York 24 anni fa. Il pericolo che possa ripetersi,in Europa e altrove, è sempre in agguato, soprattutto in questo particolare frangente.
In situazioni del genere non c’è superesperto che tenga, quindi, per quel che può valere, la presenza da usare non sarà mai troppa.