Transizione ecologica e Digitale, Vito Grassi: Rinnovato partenariato tra università e mondo produttivo per condividere nuovi modi di “fare impresa”

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in foto Vito Grassi

“Sono due i Driver principali della crescita in atto: le competenze digitali (il 71% delle imprese hanno investito in trasformazione digitale lo scorso anno) e la transizione verso un’economia più sostenibile (il 53% investono in competenze green), i due grandi temi su cui punta peraltro il PNRR, ma aumenta la distanza tra formazione e occupazione”. Ad affermarlo è Vito Grassi, vicepresidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale, intervenendo questa mattina al dibattito sui “Percorsi di sostenibilità” organizzato dall’Università Suor Orsola Benincasa.

“La lotta al cambiamento climatico, con modelli di business “puliti” e green e produzioni più sostenibili, promette di creare nuove opportunità di crescita economica e di occupazione – spiega Grassi -. Così come il passaggio da un modello lineare di utilizzo delle risorse a un modello circolare richiede un programma di politica industriale, di formazione e di ricerca che progetti lo sviluppo su base ventennale. Risulta poi indispensabile l’adozione su larga scala delle tecnologie digitali avanzate (tecnologie 4.0), ambito in cui l’Europa ha scelto di puntare in maniera decisa da qui fino al 2030. Per raggiungere i nuovi obiettivi sarà, quindi, necessario puntare in maniera decisa sulle nuove generazioni, formarle adeguatamente e dare loro gli strumenti migliori per affrontare queste sfida.  Spesso, però – prosegue il vicepresidente di Confindustria – le competenze che le ragazze e i ragazzi maturano nei percorsi di educazione formale non sono quelle necessarie ad accompagnare efficacemente le imprese nel percorso di trasformazione digitale e sostenibile. E questa discrepanza tra formazione e bisogni reali delle imprese è alla base di un autentico paradosso del mercato del lavoro: da una parte ci sono le aziende che cercano persone con skills digitali e tecnologiche e non le trovano facilmente, mentre dall’altra ci sono giovani che non trovano lavoro e non sono inseriti nei giusti percorsi di formazione”.

“La ripresa economica – spiega Grassi – richiede, dunque, un rinnovato partenariato tra università e impresa e tra università e governo del Paese per condividere nuovi modi di “fare impresa” e di collaborare, per mettere in atto le misure necessarie. In quest’ottica, formazione e ricerca devono essere al centro delle politiche di sviluppo del Paese. È necessario e prioritario investire nella formazione della classe dirigente, per avere giovani laureati/e brillanti, competenti, con una solida formazione tecnica e un’apertura alla dimensione umanistica, alle soft skill, alla leadership, al confronto, al lavoro di gruppo, al pensiero critico e allo spirito di servizio. Saranno loro a guidare il cambiamento verso una modernizzazione radicale, volta a garantire opportunità di innovazione ed equità territoriale anche nelle aree interne e in quelle disagiate”.

in foto Vito Grassi