Trattamento protesico innovativo per una ragazza di Benevento con le braccia amputate

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“Grazie all’Inail e a tutti quanti mi hanno permesso di ritornare a vivere. Per me questo è un nuovo inizio” così Maria Maione, giovane infortunata di Benevento protagonista di questo innovativo trattamento protesico mai tentato prima. Nel 2014, a soli 26 anni, Maria Maione nelle campagne di Benevento, subisce un gravissimo infortunio sul lavoro a seguito del quale perse entrambe le braccia: a destra a livello della spalla, a sinistra conservando un residuo dell’omero, corto ma estremamente mobile e forte. Durante un primo trattamento protesico avvenuto nel 2015, Maria fu trattata secondo le tecniche tradizionali, come se avesse un’amputazione bilaterale di spalla, metodologia generalmente efficace, ma che nel suo caso risultò troppo difficile da gestire: le tante articolazioni protesiche da controllare, gomito, polso, mano e l’impossibilità di sfruttare la parte residua del braccio sinistro portarono all’insuccesso di quel primo trattamento. Le speranze di potere tornare ad una vita attiva si erano quindi molto ridotte, ma per dare una risposta alle esigenze di riabilitazione e reinserimento di Maria, l’equipe tecnicosanitaria del Centro Protesi Inail pensò di considerare un diverso approccio, poi realizzato in collaborazione con l’AUSL della Romagna. “Un trattamento protesico innovativo che prevedeva, prima della realizzazione della protesi, di sottoporre Maria a due interventi chirurgici mai effettuati prima su un paziente con amputazione bilaterale – afferma l’ing. Andrea Giovanni Cutti- responsabile ricerca applicata del Centro Protesi Inail”. Il primo intervento, chiamato “TMR” (Targeted Muscle Reinnervation) è un intervento di neurochirurgia e consiste nel collegare i nervi che controllavano il braccio ai muscoli della spalla che, dopo l’amputazione, non venivano più utilizzati. In questo modo Maria, pensando ai movimenti della mano, del polso e del gomito avrebbe potuto controllare, in modo intuitivo, le articolazioni artificiali della protesi, sia per il braccio destro sia per il braccio sinistro. Il secondo è un intervento di ortopedia denominato di “osteointegrazione”, effettuato sulla parte sinistra e, come avviene con gli impianti dentari, consiste nell’inserire un perno direttamente nell’osso, con una parte che fuoriesce dalla pelle a cui collegare la protesi mioelettrica quando la si indossa. Quindi una protesi senza invasatura e completa mobilità della spalla. La situazione di Maria, la sua giovane età e l’insuccesso del trattamento protesico tradizionale hanno portato a tentare questo percorso estremamente innovativo. Il primo intervento di neurochirurgia è stato realizzato nel 2017 presso l’ospedale civico di Faenza: ha riguardato entrambi gli arti ed è stato eseguito dal dr. Guido Staffa dell’AUSL della Romagna, assistito dal Dr. Oskar Aszmann dell’Università Medica di Vienna. Il secondo intervento di ortopedia si è svolto sempre a Faenza: come prevede il protocollo è stato eseguito in due tempi, a gennaio e a giugno 2018, dal dr. Maurizio Fontana dell’AUSL della Romagna, con l’assistenza del Dr.Rickard Branemark dell’Istituto MIT di Boston. “La fase di costruzione delle protesi mioelettriche -racconta l’ing. Andrea Giovanni Cutti del Centro Protesi Inail- è iniziata a luglio 2018 e si è conclusa a febbraio 2019, quando l’assistita ha potuto tornare a casa e cominciare ad usare le protesi nella vita di tutti i giorni. Le protesi sono state costruite su misura dai tecnici del reparto mioelettrico con il supporto dell’azienda tedesca fornitrice della componentistica. Oggi Maria, dopo il periodo di addestramento per il corretto utilizzo fatto con i riabilitatori del Centro Protesi Inail, utilizza a sinistra una protesi con 2 elettrodi e a destra una con 6 elettrodi che, captando la sua contrazione muscolare, permettono il movimento della protesi. Grazie all’impianto osteointegrato la spalla è completamente libera e può essere utilizzata pienamente per le attività di vita quotidiana, come mangiare, scrivere con il computer, svolgere le faccende domestiche”. Un risultato impossibile per Maria, senza questo percorso protesico così innovativo, frutto della collaborazione tra Inail, Sede di Benevento e Centro Protesi di Vigorso di Budrio e AUSL della Romagna. E di questo innovativo approccio al trattamento protesico si è parlato oggi 4 aprile a Napoli a “Innovation Village” Museo ferroviario di Pietrarsa, con Maria Maione, l’ ing. Andrea Giovanni Cutti del Centro Protesi Inail, i chirurghi dell’Ausl della Romagna (dr. Guido Staffa, dr. Maurizio Fontana), il direttore regionale Inail Campania dr. Daniele Leone , il direttore centrale assistenza protesica e riabilitazione Inail dr.Giorgio Soluri.