Da tre istituti di ricerca del Sud il primo Manifesto oncologico: presentazione a Napoli il 24 giugno

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In foto il Pascale, uno dei tre istituti di ricerca meridionali che hanno dato vita al Manifesto oncologico

Nasce al Sud il primo Manifesto oncologico di tre istituiti specializzati. Il Pascale di Napoli, il Giovanni Paolo II di Bari e il Crob di Rionero in Vulture (Potenza) stilano un documento programmatico per esporre regole e princìpi da sottoporre al giudizio pubblico. Si chiama AMORe in Oncologia, la rete per riflettere e per agire tra i tre Irccs, ha obiettivi sottoscritti in un documento programmatico che sarà presentato nel corso delle Giornate Mediterranee di Oncologia, convegno che si terrà a Napoli il 24 e il 25 giugno prossimi. Tra questi, la stabilizzazione dei contratti dei precari, individuata come necessità strategica al fine di trattenere i ‘cervelli’ e attrarne di nuovi. L’iniziativa ha preso il via durante l’ultimo incontro tra le direzioni strategiche dei tre istituti in cui si è preso atto della condivisione ormai praticamente a regime della piattaforma informatica per gli studi clinici chiamata Smart. “La stesura finale del manifesto – spiega il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi – ci vedrà impegnati nei prossimi mesi, insieme alla condivisione dei Pdta che saranno oggetto di certificazione condivisa. Anche questa una nuova frontiera sulla quale ci confronteremo”. “Solo con una effettiva integrazione – aggiunge Antonio Delvino, direttore dell’istituto di Bari – riusciremo ad affrontare un futuro che per l’oncologia si presenta affascinante per le potenzialità offerte dalla ricerca ma difficile per quel che riguarda la compatibilità economica. Ma sappiamo bene che non c’è integrazione senza la condivisione piena di obiettivi e principi etici”. “Attrarre ricercatori, – conclude Gianni Bochicchio, manager del Crob di Rionero – diventare un’eccellenza in ambito digital health, potenziare i percorsi di trasferimento tecnologico, attivare sinergie con attori locali, istituzioni, imprese, Università, attrarre l’interesse di BigPharma e di stakeholder internazionali, migliorare l’offerta dei servizi clinici e di ricerca sono obiettivi ambiziosi ma sicuramente perseguibili grazie alla rete”.