Tre metri sotto il suolo, la terra brulica di vita, migliaia di specie che hanno un ruolo fondamentale nella catena del cibo e nel flusso energetico tra atmosfera, acque sotterranee e vegetazione. Un mondo ora visibile grazie al primo museo in Italia sul suolo, 1.500 metri di esposizione nelncuore del parco nazionale del Cilento, a Pertosa, inseriti anche in percorsi naturalistici nei musei integrati con l’ambiente gestiti dalla Fondazione MidA. La struttura, nata con finanziamenti della Regione Campania su risorse Fesr del Por 2007-2013, ha anche il patrocinio morale e la collaborazione della Commissione Europea, e ha come ideatore l’architetto e urbanista Fabrizio Mangoni, docente dell’ateneo Federico II di Napoli.
Il percorso espositivo è aperto da un grande formicaio, dove formiche tagliafoglie tagliano foglie, trasportano i pezzi al loro nido, coltivano il fungo di cui si nutrono e gestiscono i rifiuti della loro citta’. Una attivita’ che il plexiglass permette di vedere dal vivo. Nelle altre sale, cassetti da aprire per scoprire materali e colori del suolo; ‘scatole della terra’, istallazioni multimediali immersive per entrare nel suolo; campionari di materiali organici e minerali da manipolare; laboratori per osservare i lombrichi o fare il compost, con tavoli touch screen; una serra climatizzata dove crescono le radici nel suolo visibili attraverso vetri trasparenti; un viaggio virtuale in 3D nei ‘pori’ del suolo; collezioni di piante e semi. Collegati al museo, il museo speleo-archeologico e il complesso delle grotte di Pertosa-Auletta. “Questa struttura – dicono Francescoantonio D’Orilia e Mariana Amato, presidente e direttore scientifico della Fondazione – e’ la realizzazione di un progetto e il suo obiettivo e’ svelare le molte dimensioni di un sistema che sostiene la vita del pianeta“. Tra i pochi in Europa e al mondo, il museo apre il 22 aprile. “Abbiamo lavorato per restituire unitarieta’ alla conoscenza, superando la separatezza dei saperi“, sottolinea Mangoni.