Morti sospette in clinica, arrestato primario a Salerno. L’accusa: interventi inutili a scopo di lucro

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Un primario dell’Unità funzionale di chirurgia generale e chirurgia oncologica nella casa di cura Tortorella Spa del salernitano, Carmine Napolitano, e un medico chirurgo, Marco Clemente, entrambi assunti a novembre 2017, sono destinatari di misure cautelari emesse dal gip di Salerno ed eseguite dai carabinieri per omicidio colposo, reato riferito a diversi decessi in un arco temporale intercorrente tra il 12 novembre 2017 e il 25 marzo 2018. Il primo è ai domiciliari, il secondo non può esercitare la sua professione. Le indagini carabinieri sono partite proprio nel 2018 dopo una segnalazione relativa a un anomalo incremento di decessi verificatisi nella struttura nei mesi successivi all’assunzione dei due medici. E la tesi dei pm, accolta dal gip, è che i due abbiano operato troppo e male, danneggiando i pazienti e anche provocandone la morte, per avvantaggiare economicamente la casa di cura che è anche convenzionata.
Primario e chirurgo, e più in generale la loro equipe, hanno eseguito interventi oncologici anche inutili o sostituibili con terapie non invasive e demolitive. Una verifica della documentazione sanitaria riguardante alcuni pazienti ricoverati e l’ascolto o come persone informate dei fatti degli altri medici della struttura hanno fatto emergere per i magistrati un modalità spregiudicata del neoassunto chirurgo e del primario e quindi hanno fatto approfondire gli esami. Per gli inquirenti “ci sarebbero motivazioni di profitto sottese all’aumento dei ricoveri” e una “gestione imprudente dei pazienti”. Da una parte i pm e i loro periti hanno proceduto a un esame accurato del dato medico legale di tutti i pazienti sottoposti a interventi chirurgici nel reparto diretto dal primario indagato, dall’altra sono state sequestrate cartelle critiche ed eseguite 5 autopsie su salme di pazienti deceduti, cercando di trovare corrispondenza tra la patologia diagnosticata e gli esami istopatologi. Un ulteriore consulenza è stata affidata dalla procura di Salerno per ricostruire attraverso l’analisi comparativa di ricoveri ambulatoriali della casa di cura, le attività chirurgiche tra 2016 e 2017 rispetto alle stesse attività nel periodo successivo, ed è stato confermato l’aumento dei ricoveri per alta specialità chirurgica, un andamento “costantemente crescente” e successivo all’ingresso del nuovo direttore del reparto; 83 cartelle cliniche ha mostrato come fosse stata decisa una politica aziendale vantaggiosa per la casa di cura ma che non coincideva con un miglioramento delle prestazioni sanitarie. È proprio il giovane chirurgo indagato aveva un ruolo attivo e codecisionale in queste scelta. “Imprudenza” e “superficialità” sono state i giudizi dei periti del pm rispetto le cure prestate negli 83 casi esaminati, con operazioni chirurgiche decise senza un sufficiente livello di approfondimento anamnestico e perfino errate diagnosi di patologie oncologiche che o non esistevano o erano trattabili con opzioni terapeutiche meno demolitive e rischiose. Pur non essendoci querela di parte, la procura ha scelto di contestare l’omicidio colposo commesso nell’esercizio della professione medica e di avanzare e ottenere la richiesta cautelare a carico dei due per aver eseguito una serie di interventi chirurgici ad alto rischio di complicanza inutili a fronte di malattie oncologiche anche in stadio avanzato. Per un secondo gruppo di interventi finiti nel mirino degli inquirenti non solo c’era stata imperizia nella fase esecutiva, ma anche totale negligenza nel post operatorio con omissione dei controlli e indagini diagnostiche nonostante fossero sorte complicanze.