Truffa da 300mila euro a Iacp Benevento

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(ANSA) – BENEVENTO, 10 FEB ? Sfruttando la sua posizione di contabile dell’Istituto Autonomo Case Popolari, Pietro Travaglione emetteva mandati di pagamento fasulli o gonfiati che poi faceva confluire direttamente nelle casse della sua società di consulenza informatica, una truffa allo Stato da circa 300mila euro scoperta dalla Guardia di Finanza.
    Secondo quanto emerso dalle indagini, i soldi dell’Iacp sono finiti nei conti correnti della società tra il 2009 e il 2013. Su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, coordinata da Giovanni Conzo, il gip ha emesso nei confronti del contabile – che ha un contratto a cottimo – una ordinanza per truffa aggravata e continuata, un divieto di esercitare l’attività d’impresa e l’interdizione di tutte le attività per 12 mesi. Notificato anche un decreto di sequestro, per 270mila euro. Le indagini sono partite nel maggio 2014, dopo una denuncia. Il gip ha disposto la misura cautelare per evitare la reiterazione dei reati verificatisi nell’arco temporale di cinque anni.
   

(ANSA) – BENEVENTO, 10 FEB ? Sfruttando la sua posizione di contabile dell’Istituto Autonomo Case Popolari, Pietro Travaglione emetteva mandati di pagamento fasulli o gonfiati che poi faceva confluire direttamente nelle casse della sua società di consulenza informatica, una truffa allo Stato da circa 300mila euro scoperta dalla Guardia di Finanza.
    Secondo quanto emerso dalle indagini, i soldi dell’Iacp sono finiti nei conti correnti della società tra il 2009 e il 2013. Su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, coordinata da Giovanni Conzo, il gip ha emesso nei confronti del contabile – che ha un contratto a cottimo – una ordinanza per truffa aggravata e continuata, un divieto di esercitare l’attività d’impresa e l’interdizione di tutte le attività per 12 mesi. Notificato anche un decreto di sequestro, per 270mila euro. Le indagini sono partite nel maggio 2014, dopo una denuncia. Il gip ha disposto la misura cautelare per evitare la reiterazione dei reati verificatisi nell’arco temporale di cinque anni.