Ucraina, vigile del fuoco Chernihiv: “Anche 30 interventi al giorno per 7 squadre” – Video

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(Adnkronos) –
“E’ una questione di priorità, salvare la vita delle persone è al gradino più alto. Poi gli incendi, naturalmente: innanzitutto quelli che possono provocare danni ben più gravi come catastrofi ecologiche, infine le palazzine a rischio crollo dopo un bombardamento. La guerra ha stravolto l’organizzazione del nostro lavoro, ha ribaltato il tavolo della programmazione, cancellato gli interventi ordinari, mettendoci di fronte anche a 30 incendi al giorno. La devastazione continua e impietosa da una parte, noi, che siamo sette squadre, dall’altra. Sempre di corsa, sempre sotto alle bombe, sempre chiamati a decidere dove intervenire prima per tamponare i danni maggiori”. A raccontare all’Adnkronos il lavoro dei vigili del fuoco a Chernihiv, tra le città più colpite dalla guerra, è il colonnello Volodymyr Vasylenko, capo del centro operativo di coordinamento del dipartimento generale del Servizio per le emergenze nazionale dell’Ucraina.
 

“Dobbiamo agire come fanno i paramedici – spiega – innanzitutto vanno risolte le situazioni più gravi, accertandoci che non ci siano persone in pericolo, valutiamo poi quanti danni possa portare un determinato incendio, se il palazzo può crollare, comportando altre vittime e danni. Il nostro tempo è dettato dall’urgenza di salvare quante più vite possibili ma anche dalla necessità di localizzare gli incendi in determinate strutture che potrebbero compromettere il funzionamento dell’intera città. Ovviamente, poi, spesso succede di dover lavorare subito dopo un attacco di razzi, con il rischio che possa arrivarne un altro a mettere a repentaglio l’incolumità degli stessi vigili del fuoco che a quel punto si trovano a dover arginare l’incendio stando attenti a portare a casa la pelle. Non ha senso esporre una squadra al rischio di morte, quindi si valuta anche se è possibile intervenire”.  

A Chernihiv, dove ieri mattina un raid non ha risparmiato un ospedale oncologico, non c’é stata ad oggi, secondo il colonnello dei vigili del fuoco, una giornata più complicata delle altre. “Perché è altrettanto duro – dice – lavorare quando in un incendio causato da un razzo muoiono 15 persone e quando va a fuoco un deposito petrolifero che causa morte, catastrofe ecologica e disagio sia per coloro che oggi difendono la città sia per i civili che ci vivono, lasciandoli senza il carburante necessario”. “Questa guerra non se l’aspettava nessuno – aggiunge Vasylenko – Io stesso non c’ho creduto fino all’ultimo. Eppure mai, né io né i miei uomini, abbiamo rimpianto di aver indossato la nostra divisa. Anzi, oggi facciamo questo lavoro con ancor più devozione e determinazione. E poi io credo nella vittoria, assolutamente. Non ci sono altre opzioni”. 

(di Silvia Mancinelli)