di Bianca Desideri
Ripercorrere la storia di uno dei fantini italiani più noti attraverso le parole della nipote Flaminia Bottoni, figlia di Carlo figlio a sua volta di Ugo, fa vivere o rivivere momenti ed emozioni legati al mondo dell’ippica che con il trotto e il galoppo ha appassionato e continua ad appassionare intere generazioni.
“Ugo Bottoni, un “Ammiraglio” a cavallo”, edito da OgniUomoEdizioni, è il titolo del libro che ne ricostruisce la carriera e le gesta sportive.
Aneddoti e segreti svelano la personalità di un uomo che ha segnato il secolo scorso e che ha fatto infiammare i cuori degli appassionati d’ippica. Una carriera che abbraccia mezzo secolo, tantissimi i premi vinti, tante le scuderie da cui sono usciti i campioni che il “driver” ha guidato alla vittoria, tanti i cavalli che hanno fatto sognare: Mistero, Bayard, Giar da Brivio, Demon Ros per citarne solo alcuni.
Il libro accompagna per mano, anche con testimonianze fotografiche, chi vuol conoscere l’Ammiraglio sia dal punto di vista umano sia da quello professionale. Non mancano neppure le testimonianze illustri di quanti lo conobbero, fra questi l’on.le Giulio Andreotti che così lo ricordava “Di piccola statura, Ugo Bottoni, sprizzava energia ed aveva la capacità di fonderla con le energie del cavallo, che quasi sempre portava al traguardo nel gruppo di testa. Ma di lui si notavano in particolare gli occhi: intelligenti, luminosi, buoni” e ancora quando deputato e sottosegretario, alla fine degli anni ’40 e i primi anni ’50, alla Presidenza del Consiglio, ebbe“l’occasione per me lietissima di conoscere di persona Ugo Bottoni, che avevo tante volte ammirato e applaudito dalle tribune…”, sottolineando “la sua simpatia umana, la fedeltà nelle amicizie, le generose prestazioni sportive”.
Flaminia Bottoni ricorda anche un importante episodio grazie al quale una storica e meritoria istituzione napoletana ha potuto avere una sede. L’11 maggio 1947 il biglietto (da 15 milioni) vincitore del 1° Gran Premio Lotteria Italia corso all’Ippodromo di Agnano che vedeva protagonisti Giaur da Brivio e driver Ugo Bottoni, non era ritirato e veniva devoluto alla Casa dello Scugnizzo.
Ogni singola pagina, episodio, immagine richiamano alla mente momenti importanti per la storia dell’ippica italiana e napoletana e riportano indietro nel tempo anche chi scrive a quando ascoltava dalle parole del papà appassionato di questa disciplina i nomi dei campioni e le gesta dei driver e in particolare dell’Ammiraglio Ugo Bottoni. Ed immediato è il richiamo al suo appellativo di ammiraglio nella copertina di forte impatto che ripropone un quadro a colori che mostra Ugo Bottoni in divisa da ammiraglio con feluca nera, che passa in rivista gli avversari battuti, tristi e malconci, opera del pittore Punch al secolo Giovanni Di Girolamo. La prefazione al volume è di Carlo Icardi.
Un personaggio quello di Ugo Bottoni delineato dalla nipote Flaminia destinato a rimanere centrale nel percorso storico dell’ippica non solo italiana.