Roma, 12 apr. (AdnKronos) – E’ bufera in Umbria dopo le perquisizioni della Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta su presunte irregolarità nei concorsi per le aziende ospedaliere. I provvedimenti sono stati emessi dalla procura di Perugia nei confronti della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, del segretario del Pd umbro ed ex sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci, dell’assessore alla Salute Luca Barberini e di alcuni dirigenti. Bocci e Barberini sono stati arrestati e posti ai domiciliari. E dopo l’autosospensione di Bocci, il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha deciso immediatamente di nominare commissario il presidente della Federazione regionale, Walter Verini. In tutto sono 35 gli indagati.
BOCCI – Il gip di Perugia, nelle carte sull’inchiesta sulla sanità umbra, fa il punto sulle presunte interferenze dell’ex sottosegretario all’Interno nonché attuale segretario regionale del Pd Bocci: “In particolare, Barberini (assessore regionale alla Salute, ndr) e Bocci hanno indicato i soggetti da favorire nelle selezioni pubbliche e hanno ricevuto una pronta risposta da parte del direttore generale e del direttore amministrativo, i quali hanno garantito loro la comunicazione di notizie riservate, nonché un costante impegno volto a monitorare le procedure e ad assicurare il risultato sperato”. Continua il gip: “L’assessore regionale alla Sanità ha così condizionato 4 procedure di selezione del personale; l’allora onorevole, nonché sottosegretario all’Interno Giampiero Bocci, oggi segretario regionale del Pd, è intervenuto illecitamente in tre procedure. Proprio l’abile sfruttamento di un efficiente e solido sistema clientelare della stabile utilizzazione delle funzioni e del ruolo istituzionale rivestito per finalità illecite, convincono della necessità di una misura cautelare di tipo detentivo per fare fronte alle esigenze cautelari sopra ravvisate”.
“Gravi indizi di colpevolezza” ricorrono nei confronti di due degli indagati Pasquale Coreno e Gianpiero Bocci, si legge nell’ordinanza del gip che dispone le misure cautelari, “in ordine al delitto di favoreggiamento contestato loro”. Il contenuto delle conversazioni intercettate ad altri due indagati nel corso dell’indagine, infatti, “è estremamente chiaro e non lascia dubbi sulla sussistenza della gravità indiziaria in ordine al delitto di favoreggiamento”, prospettato in capo a Gianpiero Bocci e Pasquale Coreno. “E, infatti, gli indagati fanno riferimenti del tutto espliciti ai due summenzionati, attribuendo loro la fonte di alcune informazioni riservate concernenti le indagini in corso”. “Va poi sottolineata -si legge- la correttezza dell’informazione ricevuta da Duca e da Valorosi tramite Bocci in ordine all’inizio delle attività di intercettazione ambientale che effettivamente furono attivate in data 17 novembre 2017 utilizzando come copertura un intervento dei Vigili del Fuoco”.
Nel giustificare la misura detentiva (arresti domiciliari, ndr) dell’ex sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci, il gip di Perugia fa riferimento alla “capacità dimostrata dall’indagato di interferire con l’attività di indagine con condotte favoreggiatrici nei confronti degli altri indagati”. In particolare, il gip fa riferimento alla circostanza che “il Bocci ha comunicato al Valorosi l’esistenza delle attività di indagine precisando anche l’epoca in cui erano state attivate. E’, dunque, particolarmente elevato che egli sfruttando conoscenze acquisite nell’ambito istituzionale e in particolare tra ufficiali di polizia giudiziaria, possa porre in essere altre condotte analoghe a quelle già approfondite con conseguente pregiudizio per le indagini”.
A Giampiero Bocci, “all’epoca dei fatti deputato e sottosegretario al ministro dell’Interno” nelle carte dell’inchiesta il gip fa riferimento per due conversazioni intercettate all’indagato Duca, dg dell’ospedale di Perugia. Nella prima, del 9 maggio 2018, Duca parla con Alvaro Mirabassi, vicepresidente del Consiglio Comunale di Perugia: “Anche il Mirabassi chiede di avere le tracce della prova scritta che si terrà il 16 maggio e il Duca lo rassicura aggiungendo inoltre che avrebbe dovuto darle anche a ‘Giampiero’ (dovendosi intendere evidentemente l’onorevole Bocci)”, si legge nell’ordinanza.
Nella seconda intercettazione e in altre a seguire si conferma “la necessità avvertita da entrambi di far combaciare i diversi interessi clientelari, in particolare quelli segnalati dai predetti Barberini (assessore regionale alla Salute, ndr) e Bocci, al quale, ultimo, il Duca ripromette di consegnare le tracce scritte l’indomani”. Il gip riporta l’intercettazione nella quale Duca dice: “Ah, anche Bocci è a Roma, me lo ha detto lui, ora gli mando un messaggio e domani pomeriggio, quando tornava su, gli porto le domande”.
LE MICROSPIE – Nel corso delle intercettazioni nell’inchiesta sulla sanità umbra il gip osserva in più occasioni “i timori degli indagati di essere sottoposti a indagini e di essere sottoposti a controllo delle comunicazioni”. A seguito di ciò gli indagati “iniziano ad attivarsi con i loro canali per acquisire notizie più precise su eventuali indagini in corso”. Il gip descrive l’attivismo di Emilio Duca, che contatta un ex primario in pensione che a sua volta chiede l’aiuto di un finanziere in congedo. “Inoltre, altre informazioni ugualmente importanti vengono acquisite da Gianpiero Bocci”, da un generale dei Carabinieri in pensione e da carabinieri in servizio presso il Nas. Ma quel che allarma il gip è soprattutto il presunto attivismo dell’ex sottosegretario all’Interno Bocci insieme a Pasquale Coreno. Dalle conversazioni tra alcuni indagati si fa cenno a “informazioni avute da Pasquale Coreno (forse da terze persone) dicendo che a sua volta, secondo altre fonti informative nell’ambito dei carabinieri che aveva sondato era probabile che da Natale erano in corso intercettazioni che avrebbero rinnovato ogni sei mesi”. Il giudice per le indagini preliminari si concentra su un passaggio di un’intercettazione in cui il direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera Valorosi “aggiunge che da quanto saputo dal Bocci le intercettazioni erano in corso anche all’interno degli uffici e che le spie erano state piazzate quando si presentarono i vigili del fuoco per delle verifiche concernenti l’antrace”. A riscontro di ciò il gip fa presente che, come indicato dall’informazione ricevuta da Duca e da Valori “tramite Bocci in ordine all’inizio di un’attività di intercettazione ambientale”, effettivamente le intercettazioni “furono attivate in data 17 novembre 2017 utilizzando come copertura un intervento dei vigili del fuoco”. Ma c’è di più. Un ulteriore riscontro della provenienza “di informazioni riservate da Gianpiero Bocci si ricava da una ulteriore intercettazione del 19 luglio 2018”. Il riferimento è a quando Duca, parlando con una persona, “gli anticipa che avrebbe dovuto ricevere una notifica della procura e teme che possa essere un avviso di garanzia. A questo proposito aggiunge – conclude il gip – che da quanto aveva saputo da Bocci i provvedimenti sarebbero dovuti arrivare a settembre e non adesso”.
MARINI – “Quest’oggi mi è stata notificata dalla procura della Repubblica di Perugia una richiesta di acquisizione di atti nell’ambito di una indagine preliminare relativa a procedure concorsuali in capo a una Azienda sanitaria umbra – ha reso noto la governatrice Marini -. Ho offerto la mia massima collaborazione personale e istituzionale all’attività dei rappresentanti dell’autorità giudiziaria. Sono assolutamente tranquilla e fiduciosa nell’operato della magistratura, nella certezza della mia totale estraneità ai fatti e ai reati oggetto di indagine”.
L’ORDINANZA DEL GIP – Le procedure di selezione del personale “condizionate illecitamente” durante il periodo delle intercettazioni telefoniche che hanno portato all’inchiesta sarebbero otto . “L’alterazione dei risultati della selezione – si legge nell’ordinanza del gip di Perugia – è avvenuta mediante reiterati reati di rivelazione di segreti d’ufficio, falso ideologico in atto pubblico e abuso d’ufficio compiuti mediante la comunicazione a terzi interessati delle tracce d’esame, e inoltre indirizzando la Commissione in ordine alle valutazioni da assegnare ai candidati”.
TROJAN NEI CELLULARI – Per captare i colloqui che hanno portato agli arresti di oggi sono stati utilizzati Trojan nei telefonini, secondo quanto emerge dall’ordinanza firmata dal gip di Perugia Valerio d’Andria, che “ha consentito di documentare il significativo contenuto di alcuni colloqui tenuti dall’indagato Emilio Duca, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Perugia, al di fuori del suo ufficio”. Sia Emilio Duca sia Maurizio Valorosi, direttore amministrativo della stessa azienda, entrambi indagati nell’inchiesta, erano anche sottoposti a intercettazione ambientale in ufficio.
IL VIDEO – In particolare, un video documenta come il dg dell’ospedale “avesse con sé le tracce delle prove scritte del concorso e le dovesse portare in ‘consiglio regionale’, per consegnarle all’assessore regionale Luca Barberini, il quale risulterà in effetti dal prosieguo delle conversazioni il soggetto più interessato all’esito della procedura e quello anche più ascoltato”. L’ordinanza fa riferimento alla “conversazione intercettata” e alle “immagini captate presso l’ufficio di Maurizio Valorosi il giorno prima delle prove scritte”. Nell’ordinanza d’arresto si legge, tra l’altro, di una presunta “alterazione della procedura concorsuale consistita nella manipolazione dell’esito del sorteggio dei componenti della commissione esaminatrice” e di una presunta “alterazione della procedura concorsuale consistita nella manipolazione dell’esito del sorteggio dei componenti della commissione esaminatrice”. Tra le conversazioni captate all’interno dell’ufficio di Emilio Duca, lo stesso Duca “indicava chiaramente come sponsor” di uno dei candidati da ‘sponsorizzare’ a scapito di altri candidati ai concorsi per incarichi ospedalieri un certo “assessorato”, riferendo “inoltre di un colloquio avuto in proposito anche con la Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini”.
“NO ASSOCIAZIONE A DELINQUERE MA SISTEMA” – Stando a quanto rileva il gip di Perugia “non c’è l’associazione a delinquere” operante nell’azienda ospedaliera e volta a garantire mediante i reati più volte individuati di rivelazioni di segreti d’ufficio, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico per il superamento delle selezioni ai candidati prestabiliti”, così come ipotizzato dal pm, ma si è invece “senza dubbio di fronte a un ‘sistema’”. Per il gip si è di fronte a un “meccanismo clientelare diffusissimo di cui gli stessi indagati sembrano essere in qualche misura dei semplici ingranaggi”. Insomma, a quanto si legge nell’ordinanza, “non è affatto dimostrato che costoro abbiano agito in forza di un vincolo di natura associativa e non, invece, più semplicemente, di una prassi generalmente accettata e approfittando della disponibilità di ciascuno a commettere gli illeciti”.
ORDINANZA GIP, ‘SESSO CON CANDIDATA DOPO SUGGERIMENTI’ – Spuntano anche rapporti sessuali in ufficio con una candidata nelle carte dell’inchiesta di Perugia sulla sanità umbra. In particolare, il gip fa riferimento al caso di uno degli indagati che “incontra la candidata e le dà suggerimenti sia sul curriculum che sulle condotte da assumere dopo la nomina della commissione esaminatrice. Alla fine del secondo colloquio – scrive il gip – inoltre i due interlocutori si scambiano effusioni e hanno un rapporto sessuale”. La circostanza si ripete anche in successive occasioni, riporta l’ordinanza: “Anche dopo la procedura i due si incontrano presso l’ufficio (…) consumando in ogni occasione un rapporto sessuale”. Il pm evidenzia come “i convegni amorosi si tengano proprio nel periodo in cui si svolge la procedura e senza che vi siano indici apparenti di una relazione sentimentale tra i due indagati” e ciò – sostiene – “indurrebbe a ritenere presente un vero e proprio accordo corruttivo fondato su uno scambio tra le prestazioni sessuali e la nomina”. Tuttavia, il gip, evidenziando come il legame tra i due “quantomeno di amicizia, era ben precedente”, sottolinea come più probabilmente si tratti di “una logica tipicamente clientelare che sfugge però all’inquadramento del delitto ipotizzato”.
SALVINI – Sulla vicenda è intervenuto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, invocando nuove elezioni regionali: “Senza entrare nel merito degli ultimi arresti, i cittadini dell’Umbria sono malgovernati da troppo tempo; elezioni regionali subito!” dice il vicepremier.
DI MAIO – “Quel che è accaduto in Umbria è molto grave” dice il vicepresidente del Consiglio e leader M5S, Luigi Di Maio, aggiungendo che “lo è soprattutto perché parliamo di sanità, della salute delle persone, su cui per anni la politica ha speculato senza mostrare vergogna. Dobbiamo togliere la sanità pubblica dalle mani dei partiti”. “Bisogna slegare le nomine negli ospedali dalla politica. Bisogna fare una legge – conclude – per introdurre un sistema più meritocratico ed efficiente con concorsi trasparenti”.
GRILLO – “Spezzare il legame politica-poltrone è una nostra battaglia storica che acquisisce ogni giorno più significato alla luce di episodi come questo. Le indagini faranno il loro corso e non entro nel merito specifico, ma voglio ribadire l’urgenza di riaffermare che la trasparenza, il merito e l’assenza di conflitti di interesse sono punti di partenza necessari e imprescindibili per ogni nomina nella sanità”. E’ quanto scrive in un post su Facebook la ministra della Salute, Giulia Grillo, a proposito delle indagini sulla sanità umbra. “Andiamo avanti con la nostra battaglia -aggiunge- per un sistema sanitario pulito, efficiente e all’altezza del compito a cui la nostra Costituzione lo ha chiamato in difesa del diritto alla salute per ogni cittadino”.