Un cyborg a Milano, vite hi-tech al SingularityU Italy Summit

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Rho Fiera, 28 set. (AdnKronos) – “Io sono un cyborg, o meglio un transpecie. È evidente che la definizione di umano non mi definisce più”. Neil Harbisson è il pezzo forte della seconda giornata del SingularityU Italy Summit, dove tra intelligenza artificiale, piante robotiche e tetti fotovoltaici, si è parlato anche di robot e cyborg. A Rho Fiera Milano esperti di innovazione da tutto il mondo hanno discusso sulle applicazioni pratiche delle nuove tecnologie.

Harbisson è un artista inglese cresciuto in Spagna, e ha un’antenna impiantata nel cranio. L’antenna, spiega Harbisson, “non è un equipaggiamento elettronico, è una parte del mio corpo. Non indosso un antenna, io ho un’antenna”, spiega all’Adnkronos. Nato con un’incapacità congenita di distinguere i colori, ha vissuto gran parte della sua vita in bianco e nero. Il che “non è un problema, ma un vantaggio: mi permette di avere la visione notturna, di riconoscere le forme in modo più semplice. Non ho mai voluto modificare la mia vista, volevo, però, risolvere una curiosità: il colore, che sentivo come un importante elemento di socialità”. Per risolvere questa curiosità, Harbisson ha guardato in natura, dove “molti animali hanno un’antenna, perciò un’antenna sarebbe andata bene per il mio scopo”.

Il colore, spiega Harbisson, “è una vibrazione: il chip impiantato nella mia testa mi permette di sentire le diverse vibrazioni dei colori. E quando senti una vibrazione dentro la testa questa si tramuta in un suono, quindi in realtà io sento i colori dal punto di vista sonoro”. Tra i colori percepiti dall’artista figurano anche quelli invisibili per gli umani, come l’infrarosso e l’ultravioletto. L’antenna è dotata di una connessione internet, con cui Harbisson può ricevere i colori da chiunque tramite un cellulare e da tutto il mondo tramite le immagini del satellite. “È proprio un nuovo organo, che mi ha regalato un nuovo senso”.

La percezione della realtà di Harbisson potrebbe apparire simile a un qualche tipo di VR, la realtà virtuale, oppure di AR, la realtà aumentata. Tuttavia, in entrambi i casi viene sfruttata la tecnologia per creare una realtà di fatto immaginaria. “La mia percezione – sottolinea Harbisson – è lontana sia dalla VR sia dalla AR: è semplicemente RR, Realtà Reale, in quanto percepisco colori che esistono realmente e che gli umani non percepiscono”.