Un frigorifero su 2 sfugge al sistema raccolta Raee

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Roma, 5 apr. – (AdnKronos) – Sono ancora tanti, forse troppi, i grandi elettrodomestici che sfuggono alla raccolta dei Raee, ossia i rifiuti elettrici ed elettronici. Purtroppo ogni due frigoriferi venduti il sistema ufficiale ne raccoglie solo uno. Va peggio con le lavatrici che addirittura segnano un tasso di ritorno del 30%, il che vuol dire che ben 7 lavatrici su 10 molto probabilmente non vengono smaltite correttamente. A fare il punto all’Adnkronos sulla gestione dei ‘grandi bianchi’ è Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom, il Consorzio italiano per il recupero dei Raee.

L’analisi sulla gestione dei Raee prende spunto dagli oltre 60 ettari di terreno alle porte di Roma che ospitano un cimitero di quasi 500 frigoriferi sventrati. I Raee che sfuggono alla raccolta, dunque, vengono abbandonati sui campi? “Non tutti. C’è l’export illegale e chi li smaltisce mischiandoli con altri tipi di rifiuti come le automobili. Di certo prendono strade sbagliate che non tutelano in nessuno modo l’ambiente” spiega Ariente.

Purtroppo, sottolinea il direttore generale di Ecodom, “ci sono grandi quantità di Raee che sfuggono al nostro controllo” e il decreto uno contro uno, introdotto nel 2010, “non ha fatto aumentare la raccolta in modo significativo, questo perché la legge consente anche al negoziante di vendere i Raee legalmente ad impianti di trattamento”.

A questo punto la domanda è: “se questi impianti di trattamento regolarmente autorizzati acquistano Raee dai negozianti perché non li dichiarano? E’ evidente che c’è qualcosa che non va o da un punto di vista ambientale o fiscale” anche perché, aggiunge Arienti, “sembra che non ci siano altri Raee oltre a quelli che i sistemi collettivi dichiarano di raccogliere”.

Sul caso della gigantesca discarica abusiva nel comune di Tivoli, secondo Arienti, è tutto da ricondurre alla ‘cattiva’ e illegale economia: “quei frigoriferi sono finiti nelle mani di qualcuno che ha strappato via il compressore, fatto di acciaio e rame, per poi rivenderlo sul mercato”.

E’ infondata, secondo Arienti, invece, l’ipotesi che si lucrasse sul contributo ambientale: “l’ecocontributo viene fatturato e per questo si tratta un flusso tracciabile. Il rivenditore non può tenerselo in tasca”. Il contributo ambientale, ricorda il direttore generale di Ecodom, viene calcolato in base alla quantità dei rifiuti che vengono raccolti e “ad oggi, per i frigoriferi siamo a 6,2 euro più iva”.