Una donna al governo? Falso problema. Consiglio per gli elettori: Votate i programmi non le persone

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in foto Giorgia Meloni

Sono caratterizzati da labilità della memoria quelli che, timidamente, azzardano fin d’ora l’ipotesi che a capo del prossimo governo possa andare una donna. Premesso che in Europa tale idea ha già trovato valide espressioni di tal fatta, peraltro di buona qualità, una prima ipotesi di un parlamento declinato tutto al femminile è da riferire a un autore greco vissuto quattro secoli prima della nascita di Cristo. Quell’osservatore accorto del comportamento umano, Aristofane, ipotizzò nella sua commedia Le donne al parlamento, che a Atene un gruppo di esponenti del gentil sesso particolarmente emancipate, pensasse di prendere il potere con una forma di colpo di mano incruenta, come già allora si conveniva a delle signore. A capo di tali virago era Prassagora, descritta come donna particolarmente volitiva. Il motivo che spingeva quelle pasionarie a darsi da fare era la più che discutibile condotta dei signori governanti che avevano portato Atene sull’orlo del baratro. Riflettendo sulla situazione politica attuale, vengono fuori molti argomenti di conversazione in qualche modo riconducibili alla trama di quell’opera. Uno di essi si impone pressoché inequivocabile: l’animo umano, nel corso dei secoli, è rimasto pressoché immutato. Lo è soprattutto per la sua parte meno buona, compreso quindi l’ autocontrollo e il delirio di grandezza. Non occorre far nomi, il loro comportamento è un pasticciato remake di quanto messo in atto della Regina Isabella di Castiglia. Era detta Isabellona per la sua fisicità giunonica e sposò Ferdinando D’ Aragona al solo scopo di far confluire unicamente nelle sue mani il potere delle due casate. Era il tempo in cui la stessa finanziò, con grande lungimiranza, il viaggio di Cristoforo Colombo verso il Nuovo Mondo. Al momento in Italia è scesa in campo più di una sua epigona, una tra l’altro con ogni probabilità ignora quanto esposto innanzi, ma che presa dal sacro fuoco di un discutibile consenso che riscuoterebbe in Italia e all’estero, da subito sta dettando legge. In sostanza sta avvertendo i potenziali alleati che è indispensabile stabilire ex ante chi sarà il premier, lei va senza dire, se la coalizione che si dovrebbe realizzare dovesse ottenere, come lei da per scontato, la maggioranza dei consensi elettorali. Al bar dello Sport, un anziano camionista che nei suoi viaggi percorre tutta l’Europa, raccontava che in una località della Bassa Sassonia aveva bevuto un caffè con dei compaesani da tempo emigrati per lavoro in quella landa. Uno di loro che seguiva con regolarità e attenzione fatti e misfatti tricolori, ha sentenziato: “Lei se la canta e lei se la suona” riferendosi alla valchiria alla vaccinara. L’italico truckdriver ha riferito che si era limitato a acconsentire con un cenno della testa e a congedarsi da quei connazionali per nulla nostalgici della Madre Patria, con un imbarazzato “alla prossima”. Ha aggiunto di essersi sentito decisamente a disagio in quella situazione, un pò come Nino Manfredi nel film Pane e cioccolata. Certamente al momento gli italiani non sono affatto tranquilli per come sta prendendo forma, rapidamente, la campagna elettorale. Fossero solo loro: dall’estero stanno arrivando dichiarazioni fatte in alto loco tutt’altro che serene. Il particolare, molto importante, che caratterizza questo singolare attacco a Montecitorio e a Palazzo Chigi, è che il tutto parte da lontano e da una interpretazione fatta con animo non scevro da pregiudizi da parte di ben identificate espressioni politiche del concetto di democrazia. Si aggiunga a tanto che alcuni passaggi contenuti nei programmi di tali esagitati sono poco più che salti nel buio. Espresso il tutto con termini più pratici, non si sente parlare da nessuno dei papabili che il primo obiettivo da colpire da parte del prossimo governo dovrà necessariamente essere la messa in sicurezza di quanto ha realizzato il governo Draghi. Il resto è senz’altro anche esso di primaria importanza, ma in confronto al completamento del PNRR, per citare solo uno degli argomenti che sono stati lasciati come compiti da portare a termine dall’esecutivo precedente, diventa parva materia. A questo punto la questione donna o uomo che aspiri alla leadership del Paese diventa un falso problema. Quanto occorre che l’elettorato adoperi, nel prossimo appuntamento elettorale più che mai, è una attenta selezione di quanto dei programmi delle diverse formazioni sia verosimilmente realizzabile e quanto invece appartenga alla categoria dei sogni di gloria o dei castelli in aria. Nel villaggio i più sono convinti che, chi lascia la strada vecchia per iniziare a percorrerne una nuova, conosce le condizioni di quella che abbandona ma sa poco di quella che intende percorrere. Precisando, non sarà ribadito mai abbastanza, che nel caso del Governo Draghi, si trattava di una autostrada di ultima generazione. Riuscirà il navigatore di bordo degli italiani a individuare, con una certa urgenza, almeno una arteria a scorrimento veloce, che faccia arrivare il convoglio Italia al luogo di destinazione? Intanto sono diverse le voci che giungono da Roma, esplicite piu che mai e sempre piu numerose, che, provenienti da tutti gli strati sociali, hanno iniziato una contro campagna elettorale. Costituiscono un gruppo trasversale e il loro programma è intitolato: “Aridatece er Banchiere!” Chi vivrà, vedrà, possibilmente senza occhiali: potrebbero distorcere la situazione reale.