Una nuova frontiera per le esposizioni: comparate gente, comparate

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(fonte facebook Museo Diocesiano)

Qui Museo Diocesano, coro delle Monache, ventitré opere di Aniello Falcone in mostra. Il taglio enunciato dal titolo della mostra è il possibile dialogo tra Falcone e Velasquez. Entusiasmante. Velasquez il pittore che assorbì tutta la nostra arte fondendo, e armonizzando le lezioni di Guercino, Reni e Carracci. Un gigante. Aniello Falcone l’artista che sperimentò l’originale unione tra naturalismo, classicismo e innovazione, il pittore di genere che preferiva i quadri da cavalletto. Geni a confronto. Magari. Oggetti del confronto non pervenuti al visitatore. Gli elementi per il confronto ci sono tutti. Come concetto. Velasquez è presente nel titolo della mostra, aleggia nell’etere ma non si vede. Perfetto per un pubblico culturalmente strutturato. Il destino del visitatore comune è la solita passeggiata tra cose belle e via a casuccia che è tardi.
Bodegones, questi sconosciuti. In termini moderni e filo anglosassoni lo still life, che, in Italia e Spagna, sono le nature morte, o anche personaggi come venditori e cuochi. Le opere di Aniello Falcone, oggi in esposizione, provengono per lo più da collezioni private. La mostra non riscontra picchi di pubblico in visita. Le opere di Aniello Falcone sono presenti in molte case private. C’era una volta l’opera d’arte con qualche secolo d’anzianità. Era molto ricercata per il decoro di case con qualche pretesa di raffinatezza. Erano ambite dai collezionisti ed era una vera e propria caccia al capolavoro che provocava le impennate dei prezzi nelle case d’asta. Quasi uno status simbol. Le aste vendevano questo genere d’arte con quotazioni sempre al rialzo ed il mercato d’arte antica era fiorentissimo. Dopo l’emergenza Covid, ma con segnali già riscontrabili in anni precedenti alla pandemia, si è assistito ad vero e proprio crollo delle quotazioni di queste opere. All’ultima asta di Christie’s il mercato si è rivelato in netta discesa tanto che un opera di Franz Floris, un fiammingo che produceva alla metà del1500 (più o meno all’epoca di Bruegel il vecchio) ,stimata 15/20 mila dollari è stato venduta a 2375. Tutti pazzi per il contemporaneo. Le aste d’arte moderna e contemporanea sembrano aver risentito molto meno dello scossone Covid e navigano nel mare delle vendite a tutto vapore. E’ l’andamento sinusoidale con cui il mercato si muove, baby. Nel mercato una tendenza culturale, turistica, una località o un opera d’arte cresce, si espande, si stabilizza e va in declino per poi riprendersi. Le strade sono due: la rassegnazione con attesa di tempi migliori o la prevenzione. Le tecniche dell’interpretazione insegnano che c’è un preciso momento nel quale bisogna intervenire per rilanciare il prodotto che si avvia alla decadenza. Intervenire subito sul gradimento delle opere d’epoca lontana. Il metodo è quello di abbinarle ad opere moderne o contemporanee evidenziandone differenze, similitudini legami o lontananza. La nuova frontiera è far viaggiare insieme antico e moderno e quindi prepararsi anche al momento in cui l’antico tornerà in auge e sarà il moderno ad aver bisogno di traino. Un esempio tanto per gradire: Velasquez e le cose comuni, le scene di cucina, la friggitrice di uova. Interno di cucina con vivandiera e garzone per Aniello Falcone. Una foto di Marina Abramovic nella performance l’estasi di Santa Teresa proprio nella cucina del convento. Tecniche, epoche, diverso sentire, emozioni di diversa entità ma ad alto coefficiente adrenalinico. Il tutto evidenziato sollecitando i 5 sensi di cui disponiamo e creando il sesto: l’emozione. Oggi tutto è rintracciabile su Internet. Per aprire la porta all’ interesse, alla curiosità, all’emozione bisogna offrire una nuova chiave di approccio all’arte. I risultati ci saranno, E sarà la vera svolta.