Unforgettable, Christian Madura riparte con un doppio ruolo

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In foto Christian Madura

E’ stato uno dei primi ristoranti a dire “ci fermiamo”, quando il covid-19 non aveva ancora stravolto gli scenari della ristorazione e sarà uno di quelli che ripartirà un po’ più tardi rispetto ad altri, il 01 Settembre, con un nuovo assetto societario e l’acquisizione da parte dello chef Christian Mandura, di un pacchetto di quote che lo fanno entrare a pieno titolo nella società di gestione.
“Questo stop forzato lo abbiamo subito come tutti, ma abbiamo cercato di investirlo in consapevolezza ed analisi” – afferma Christian Mandura, chef, direttore e da oggi socio di Unforgettable – “abbiamo guardato a tutto il lavoro svolto nei nostri primi 11 mesi di attività, agli obbiettivi raggiunti e a quelli mancati. Lo abbiamo fatto come sempre insieme, anche durante il periodo di quarantena, con lo staff e la proprietà in costante contatto per condividere le varie prospettive di riapertura che mano a mano si presentavano. Abbiamo ponderato ipotesi, strategie e dettato l’unica condizione necessaria alla ripartenza: si riapre solo se abbiamo la sicurezza di poterlo fare in tranquillità e con lo stesso gruppo di lavoro, formato da 6 ragazzi, che mi ha sempre accompagnato in questi mesi.”
“Il lockdown ha creato squilibri ed incertezza anche in termini economici, – continua Mandura – per questo mi sono reso disponibile a partecipare in maniera più concreta alla gestione di Unforgettable, acquisendo quote societarie ed investendo in termini di capitale, sul nostro progetto e sul nostro format di ristorazione, che sin dall’apertura riserva l’esperienza del Vegetale al Centro solo ad un numero limitato di 10 persone”
Un’assunzione di responsabilità, quella dello chef, verso la proprietà investitrice, ma anche verso il suo gruppo di lavoro.
Una scelta importante che vede il coinvolgimento in prima linea di Christian Mandura, non solo nell’ideazione del concept di Unforgettable, ad oggi unico ristorante in Italia con un solo tavolo, ma che adesso lo fa uscire dalla sua “confort zone” in cucina, per proiettarlo oltre che nella gestione manageriale a cui era dedicato nella veste di direttore, anche in quella imprenditoriale come socio investitore della stessa azienda ristorativa.