Università: medicina, solo 1 su 6 supera i test d’ingresso, è corsa verso estero

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Milano, 13 set. (Labitalia) – Erano tantissimi, anche quest’anno: più di 68.000 donne e uomini in coda davanti ai portoni delle Università pronti a scommettere sul loro futuro. Hanno bussato alle Facoltà di Medicina e Odontoiatria di tutti gli Atenei italiani, ma solo 11.568 sono i posti riservati ai futuri medici. In pratica, solo 1 su 6 potrà accedervi. E gli altri? C’è chi riproverà il prossimo anno e chi invece non ha voglia di aspettare. E allora vola, con destinazione estero. Sono sempre di più, infatti, gli aspiranti camici bianchi decisi a percorrere questa strada. Secondo i dati di Fnomceo, nel 2018, su 401.565 iscritti all’albo dei medici, 3.348 avevano una laurea conseguita all’estero. Tra i 61.593 odontoiatri, invece, ad avere la laurea estera erano 3.191 persone.

A spingerli a ‘guardare oltre’ è la forte motivazione: diventare medici e odontoiatri senza arenarsi nei controversi test d’ingresso italiani e senza rinunciare, al tempo stesso, a una formazione di primo livello. Tra gli atenei che più richiamano l’attenzione degli aspiranti medici italiani ci sono la Charles University di Plzeň, tra le 30 migliori università d’Europa, la Masaryk University di Brno, ma anche l’Universidad Europea di Madrid, l’Universidad Europea di Valencia, l’European University Cyprus a Nicosia e la Università Pavol Josef Safarik di Kosice in Slovacchia.

“Studiare all’estero -spiega Janina Holesovska, cofounder di Medicor Tutor, società con sede a Milano specializzata nell’accompagnare gli studenti in una carriera universitaria con prospettive internazionali- vuol dire lanciarsi in una nuova avventura: stimolante, avvincente, sicuramente sfidante. Per questo, i ragazzi e le loro famiglie cercano un partner serio a cui potersi affidare per percorrere i primi passi: capire qual è l’università più adatta alle proprie esigenze, quali sono i requisiti di accesso, come affrontare il percorso di studi in lingua, come far valere il titolo conseguito al rientro in Italia e molto altro”.

“Ogni anno riceviamo sempre più domande, dimostrazione di come lo studio di medicina all’estero non sia visto come un piano B, ma anzi come un’incredibile opportunità di crescita, un vero e proprio cambiamento di prospettiva”, conferma Holesovska. L’esperienza internazionale, infatti, fa spiccare il volo alle carriere: in media la retribuzione lievita del 40%, le prospettive di occupazione sono molto maggiori, il mercato di riferimento è più stimolante. I test di ingresso variano a università a università ma non prevedono le (temutissime) domande di cultura generale: il candidato viene valutato solo nelle materie con cui dovrà realmente interfacciarsi durante il percorso professionale, come biologia, chimica e fisica.

Medicor Tutor mette a disposizione dei percorsi di preparazione composti da una parte teorica di video lezioni in lingua inglese sottotitolati con del materiale a supporto, e una parte pratica composta da Problem Set e da prove di simulazione. Alcune Università, poi, selezionano i ragazzi in base del voto di maturità o alla media dei voti conseguita negli ultimi anni della scuola superiore.

E come dimostrato dai dati, il rating di successo degli studenti preparati da Medicor Tutor è molto alto: si pensi che nella prestigiosa Charles University di Plzeň, il 90% degli studenti italiani ammessi è stato affiancato da Medicor Tutor. Un supporto che continua anche durante gli anni accademici. Al termine del percorso di studi, infine, si consegue il titolo di ‘Dottore in Medicina Generale (Mudr o Md)’ o di ‘Dottore in Medicina Dentale (Dms)’, pienamente riconosciuto in Europa, in Canada e negli Usa.