Usa, Perseverance: tre italiani fra i cacciatori di vita su Marte

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Ci sono tre ricercatori italiani fra i ‘cacciatori di vita’ che da Terra seguono gli strumenti a bordo del rover Perseverance della Nasa. Il gruppo, dell’Osservatorio di Arcetri dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) è guidato da Teresa Fornaro, unica italiana tra i 13 vincitori del bando che ha permesso di utilizzare i dati degli strumenti di bordo per un loro progetto di ricerca. Fornaro, del cui gruppo fanno parte gli esperti di astrobiologia John Brucato e Giovanni Poggiali, sempre di Arcetri, ha scelto per il suo progetto di collaborare con i responsabili scientifici dello strumento Sherloc, equipaggiato con la telecamera Watson, e con quelli dello strumento SuperCam. “Il nostro ruolo sarà aiutare il team scientifico a identificare molecole organiche sulla superficie del pianeta, la loro natura e il loro stato di preservazione”, dice la ricercatrice in un’intervista pubblicata su Media Inaf. Analisi dei dati ed esperimenti di laboratorio nei quali si riproduce un ambiente marziano in miniatura permetteranno di capire se le molecole viste dai due strumenti siano il frutto di processi che non riguardano la vita, come quelli geologici, oppure molecole di origine biologica. In quest’ultimo caso, tutti i segnali di possibili forme di vita “che cerchiamo su Marte sono tutte riconducibili a un tipo di vita unicellulare. Questo perché – spiega la ricercatrice – evidenze di vita multicellulare sulla Terra sono comparse solo dopo miliardi di anni, dopo l’ossigenazione dell’atmosfera, quando è stato finalmente possibile uno sviluppo più complesso dei microrganismi”. Un processo che su Marte non ha avuto un tempo sufficiente per consolidarsi.