Usa, contro il tumore ovarico l’Ocra finanzia per la prima volta un progetto non americano: è italiano

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Per la prima volta un finanziamento della Ovarian Cancer Research Alliance (Ocra), assegnato tramite una selezione molto competitiva che coinvolge come valutatori i maggiori esperti mondiali nella ricerca sul tumore ovarico, va a un laboratorio al di fuori degli Stati Uniti: Ugo Cavallaro, direttore dell’Unità di ricerca in ginecologia oncologica dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo), è il primo ricercatore italiano ed europeo ad aver ottenuto, con il suo gruppo, un finanziamento dalla più antica e più grande charity dedicata al tumore ovarico nel mondo, con sede a New York. “Il finanziamento Ocra ci onora – dichiara Cavallaro – e ci conferma l’eccellenza Ieo nella ricerca e nella cura del tumore ovarico a livello nazionale ed internazionale. Il nostro progetto studierà l’effetto del microambiente tumorale sulle cellule staminali del tumore ovarico, quel sottogruppo di cellule che sembrano essere direttamente responsabili della recidiva del cancro ovarico e della sua resistenza alla chemioterapia, vale a dire le caratteristiche che rendono così insidiosa questa neoplasia”.

La ricerca, prosegue, “si baserà su nuovi modelli sperimentali che permetteranno ricostruire in laboratorio il microambiente tumorale, vale a dire le cellule che stanno intorno e interagiscono con il tumore. In pratica combineremo le cellule neoplastiche con altri tipi cellulari, che nel tumore ‘reale’ forniscono un supporto essenziale per la crescita del tumore stesso, la disseminazione metastatica e persino la resistenza ai farmaci antineoplastici”. Il progetto guidato da Ieo sarà condotto in collaborazione con il gruppo di Ernst Lengyel (University of Chicago, Usa) e quello di Frances Balkwill (Queen Mary University of London, Uk). La collaborazione con i gruppi di Chicago e Londra sarà determinante per due obiettivi della ricerca. Il primo è verificare una funzione fino ad ora inesplorata delle cellule staminali del tumore ovarico, ovvero la capacità di sfuggire all’attacco del sistema immunitario.

Questo aspetto è fondamentale per il possibile utilizzo dell’immunoterapia che tanto successo sta riscuotendo in altre forme di tumore. Il secondo è identificare farmaci che possano interferire selettivamente con le cellule staminali cancerose, nella speranza che questo possa prevenire la recidiva e ristabilire la sensibilità del tumore ovarico ai trattamenti terapeutici. “Per la messa a punto dei modelli sperimentali – conclude Cavallaro – sarà cruciale la collaborazione delle pazienti attraverso la donazione dei campioni chirurgici per la ricerca. Uno dei punti di forza del progetto sarà infatti l’utilizzo di cellule provenienti dal tumore ‘reale’, cosicché i modelli di laboratorio siano il più rappresentativi possibile della neoplasia. L’Ovarian Cancer Center Ieo, punto di riferimento per le donne italiane che affrontano la diagnosi di questa malattia, sarà un elemento importante per raggiungere il più rapidamente possibile i risultati clinici che ci attendiamo”.