Valorizzazione economica dei beni culturali, al via a Napoli il progetto “Ad Maiora”

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“Il progetto ‘Ad Maiora’ è una risposta concreta al problema della valorizzazione e della gestione del patrimonio culturale, in particolare quello religioso, maggiormente critico sotto il profilo della conservazione, tutela e valorizzazione, che rappresenta il 20 per cento del patrimonio culturale iscritto nella lista mondiale Unesco. E’ una sfida che portiamo avanti attraverso la sperimentazione e validazione di un modello di co-progettazione di un sistema di servizi in grado di stimolare la creazione di iniziative imprenditoriali culturali sostenibili. L’iniziativa si basa anche sull’esperienza che l’Istituto ha maturato con la partecipazione a progetti finanziati con fondi europei sulla ricerca e la progettazione di modelli di business innovativi in grado di generare flussi di cassa che consentono di sostenere i costi di gestione e manutenzione dei beni e, al tempo stesso, di aprire le strutture al territorio, rafforzando quello spirito identitario che negli ultimi decenni si è progressivamente affievolito”. Lo dice Alfonso Morvillo, direttore dell’Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo (Iriss) del Cnr, nella presentazione del progetto “Ad Maiora” svoltasi nel Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi a Napoli. “Queste iniziative sono opportunità di sviluppo del territorio – prosegue Morvillo – che nascono proprio da azioni condotte in modo rigoroso sotto il profilo metodologico, partendo dal coinvolgimento diretto dei destinatari delle azioni proposte. Questa è la vera forza del nostro progetto”. “Oggetto dell’iniziativa sono chiese e oratori chiusi dagli anni Ottanta – come ha spiegato don Salvatore Fratellanza, presidente del Comitato di gestione delle Arciconfraternite commissariate – grazie al protocollo d’intesa con l’Iriss-Cnr potremo far rivivere oratori e strutture ecclesiali chiuse da tanto tempo, restituendole alla città e ai suoi abitanti. Prevediamo lo sviluppo di attività di formazione, socializzazione e aggregazione in questi luoghi, promuovendo anche le eccellenze dei territori dove insistono. Si colmano vuoti in zone abbastanza degradate che, grazie a questo progetto, ospiteranno corsi di restauro di beni sacri, paramenti, vasi e libri preziosi che appartengono al nostro patrimonio culturale. La prima struttura a essere riaperta sarà quella di Sant’Arcangelo a Baiano”. Per Elena Coccia, presidente della commissione Cultura e Turismo del Comune di Napoli, “con questo progetto parte del patrimonio Unesco ricomincerà a vivere”. La presentazione dell’idea progettuale è stata affidata a Marcella De Martino, primo ricercatore dell’Iriss-Cnr, in rappresentanza del gruppo di ricerca multidisciplinare, peraltro tutto al femminile, che sta dando corpo all’iniziativa. Alla presentazione ha contribuito anche Daniela Rinaldini, responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comitato di Gestione delle Arciconfraternite Commissariate della Diocesi di Napoli.