Verso le Comunali, dall’imprenditoria alla candidatura a sindaco. De Vita: Così farò rinascere Casoria

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Dalla imprenditoria alla corsa per le amministrative: è la storia di Carlo De Vita, imprenditore, titolare del franchising network immobiliare Napolincasa, che ha deciso di mettersi in gioco per la sua città, Casoria, guidando da candidato sindaco un movimento civico verso l’appuntamento del 5 giugno.

De Vita, come nasce l’idea della candidatura?
Nasce da un impegno sociale che porto avanti da anni attraverso “Il giornale di Casoria”, un progetto editoriale coraggioso, avviato insieme all’amico Peppe Storti, che ha saputo rompere l’egemonia di una sola testata presente fino ad allora sul territorio e offrire alla comunità una lettura obiettiva delle vicende cittadine. Tante battaglie portate avanti dalle colonne del giornale sono diventate oggi punti del programma di “Casa Casoria”.

Qual è l’obiettivo?
L’obiettivo è quello di segnare un punto di svolta in una città che è stata abbandonata al proprio destino. Qui non esiste programmazione né tanto meno controllo e persino lo spazzamento quotidiano diventa un fatto fuori dal comune. La mia discesa in campo non è solo il moto d’orgoglio di un figlio di questa terra che ha deciso di non delegare più ad altri il proprio destino ma quello di tanti uomini e donne, soprattutto giovani, che credono profondamente negli ideali di un cambiamento necessario e possibile. Quello stesso cambiamento di cui tanti parlano ma pochissimi praticano realmente.

Cosa intende dire?
Basta dare un’occhiata alle liste per capirlo. Quelli che la stampa identifica come i candidati sindaci più accreditati per la vittoria finale presentano nelle loro fila gli stessi consiglieri che negli ultimi venti anni hanno partecipato alla vita politica di questa città condannandola allo sfascio in cui si trova. E anche i programmi sono sempre gli stessi: sentir parlare di parcheggi abbandonati a causa di progetti rimasti chiusi per decenni nei cassetti del Comune mi fa ridere. E lo sa perché?

No.
Perché a dirlo è chi, nello stesso periodo, è stato presente in tutte le amministrazioni di questa città. Son d’accordo con chi sostiene che il rinnovamento lo si fa con le idee ma – aggiungo io – è doveroso farlo anche con un taglio netto rispetto alla fallimentare esperienza amministrativa degli ultimi anni e con i suoi protagonisti. Del resto, questo è stato anche il motivo che ci ha spinto ad allontanarci dal progetto politico di Scelta Civica.

Ci spiega meglio?
Qualche mese fa ci parve interessante l’idea, prospettataci dal sottosegretario Antimo Cesaro, di creare un movimento di cittadini liberi che potesse contare sul sostegno di figure istituzionali, al governo e alla Regione, a servizio del territorio. L’abbiamo perseguita fino a quando la libertà assicurataci non si è scontrata con le solite manovre a favore di vecchi personaggi della politica casoriana. Abbiamo deciso allora di salutare tutti e andare avanti per la nostra strada. Da soli. Così è nata “Casa Casoria”.

Un imprenditore cosa può dare in più all’amministrazione di una città così complessa?
Innanzitutto un metodo, perché è quello che fa la differenza. A muovere l’organizzazione aziendale ci sono obiettivi che si traducono nella massimizzazione delle performance dell’azienda, a guidare le scelte della politica invece ci sono il più delle volte interessi privati, clientele, potere. Noi abbiamo deciso di dire basta con tutto questo facendo prevalere meritocrazia, motivazione e impegno.

Cosa pensa di fare per le imprese casoriane?
Innanzitutto mi piacerebbe metterle in rete. Questa città non ha mai avuto associazioni imprenditoriali che curassero realmente le attività produttive, il commercio, il terziario. Una lacuna che vorrei colmare attraverso la realizzazione di una sorta di coordinamento finalizzato alla progettazione di azioni comuni. In questo modo si potrebbero creare opportunità di sviluppo del territorio, nuova occupazione e – perché no? – anche riqualificazione di quelle aree dismesse buone in campagna elettorale per proclami di progetti faraonici ma puntualmente dimenticate con la chiusura delle urne.

Un’altra colpa delle passate amministrazioni?
Certo. In questa città la politica ha lavorato più per allontanare l’imprenditoria sana che per attrarla. Basti ricordare ciò che è successo con Menarini e il famoso Ovulo commerciale. Noi intendiamo invertire la rotta. Lo possiamo fare perché Casoria ha grandi potenzialità. L’unica città al mondo con quattro Santi potrebbe costruire intorno al turismo religioso un pilastro importante della propria economia. E lo stesso potrebbe fare col business dei parcheggi. Se fino a oggi non c’è riuscita è per incapacità di chi l’ha governata. La strada per me è quella di mettere in campo organizzazioni serie anche di carattere partecipativo: imprenditori capaci affiancati, eventualmente, dalla politica ma mai manovrati o manovrabili da essa.

Chiudiamo tornando alle liste. La presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosi Bindi ha recentemente invitato i partiti a non accettare i voti della camorra. Cosa ne pensa?
Penso che Casoria ha già subito, purtroppo, l’onta dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. E’ successo nel 2005 e oggi, a distanza di undici anni, poco sembra essere cambiato. Anzi, gli ambienti grigi della malavita hanno continuato a condizionare in modo negativo lo sviluppo di questa città, una delle poche a non aver ancora uno sportello Anticamorra, una città in cui la mancanza di riferimenti istituzionali rappresenta la normalità. Anche per questo oggi chiediamo alla gente un taglio netto rispetto al passato.