Vertenze, Fim Cisl: 51 tavoli di crisi nazionali, più 56 regionali, per un totale di 54 mila 712 lavoratori coinvolti

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Attualmente al ministero dello Sviluppo Economico si contano 51 tavoli di crisi nazionali. Solo per quanto riguarda il settore metalmeccanico si tratta di aziende sopra i 200 dipendenti, a cui si sommano altri 56 tavoli di crisi regionali. In totale si parla di 54 mila 712 lavoratori coinvolti. A questi poi si aggiungono tutta una serie di aziende per le quali non sono aperti tavoli regionali o ministeriali, in genere si tratta di piccole e medie imprese intorno ai 15/20 dipendenti e che sono quelle che stanno maggiormente accusando la crisi. E’ quanto emerge dal report della Fim Cisl sulle vertenze nel settore metalmeccanico nel secondo semestre del 2021. Il quadro che emerge dal rapporto, rileva la Fim, “è quello di un settore che nonostante la crisi innescata dalla pandemia ha tenuto bene durate il periodo di lockdown e nel corso della seconda metà del 2021 sta recuperando i livelli pre pandemia. Nonostante siano aumentati i tavoli di crisi nazionali con nuove vertenze Gkn, Gianetti Ruote, SaGa Coffé, Speedline cala seppur di poco il numero di lavoratori coinvolti nelle crisi, che passa da 56 a 54 mila. E’ anche vero che l’anno che si va chiudendo ha visto purtroppo l’epilogo anche di due vertenze storiche, la Whirlpool di Napoli e la ex-Embraco con la chiusura e il licenziamento di tutti i lavoratori”. L’aumento delle materie prime nel secondo semestre dell’anno e la carenza di componentistica in particolare nel settore auto i semiconduttori, insieme all’aumento del costo dell’energia, rileva la Fim, “sta però compromettendo la ripresa frenando diversi settori metalmeccanici in particolare l’automotive e l’elettrodomestico”.