Vescovi (Confindustria Vicenza): “Aumento Iva deprimerebbe mercato già asfittico”

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Vicenza, 30 set. (Labitalia) – “Bisogna in primis capire che la questione Iva tocca soprattutto le aziende che producono solo o in maggior parte per il mercato interno e per la vendita ai consumatori privati. Le nostre imprese sono quasi tutte esportatrici e B2B per cui sono toccate solo in parte da questa questione. Il problema vero è che l’aumento Iva andrebbe a deprimere un mercato interno già asfittico mentre noi abbiamo sempre detto che bisogna aumentare il potere d’acquisto delle persone”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, il presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi, sul tema dell’Iva.

“Per noi il tema principe -spiega- è il taglio del cuneo fiscale, che mette nelle tasche dei lavoratori qualche euro in più, anche se magari selettivo, magari in primis a favore dei giovani. Aumentare l’Iva, anche se in termini molto diversi visto che va a toccare i consumi e non gli stipendi, andrebbe comune a detrimento dello scopo finale che noi ci proponiamo, permettere alle persone di guadagnare e spendere di più”, aggiunge.

E sui rischi connessi all’aumento dei dazi da parte degli Usa Vescovi spiega che “si tratta di un contenzioso antico e purtroppo fondato su lodi arbitrali che hanno dato ragione agli americani, censurando gli aiuti di stato che riceve il Consorzio Airbus. Ancora non sappiamo però di quali prodotti stiamo parlando e in quale misura verranno colpiti. Per Vicenza si può spannometricamente stimare una perdita di 150 milioni di euro, ma è tutto da verificare. Devo dire che noi, negli ultimi 6 mesi, abbiamo aumentato l’export verso gli Usa di oltre il 4% dimostrando una dinamicità del nostro rapporto commerciale molto buono. Questi dazi sarebbero un danno sia per noi che per loro”

Secondo Vescovi, “dalle prime stime, sorprende che tra i paesi più colpiti pare ci sia l’Italia visto che non facciamo parte del consorzio Airbus da cui il contenzioso origina”. “Quindi, che il nostro paese venga colpito più di altri è molto strano, viene da pensare che le cause siano altre e che risentano delle incomprensioni recenti tra i due governi”, avverte.

“Domani Pompeo vedrà Mattarella, oltre che il governo, persona in cui tributiamo la massima fiducia, sono certo che farà tutto il possibile per tutelare il nostro paese in questo senso. Però, se le sanzioni saranno confermate nella misura in cui indicano le indiscrezioni, Confindustria stima un danno di 4,3 miliardi di euro, ovvero il 10% del nostro export complessivo verso gli Usa”, conclude.