Roma, 20 ott. (AdnKronos) – Accordo in Consiglio dei ministri sulla querelle sorta sul . Ora c’è la “stesura definitiva” e “pieno accordo”, ha detto il premier Giuseppe Conte al termine del Cdm.
SCUDO PER I CAPITALI ALL’ESTERO E NON PUNIBILITÀ PENALE – Via la non punibilità penale e lo scudo per i capitali all’estero. “A scanso di equivoci abbiamo valutato – ha spiegato – che tutto sommato poteva prestarsi a equivoci qualche causa di non punibilità, che avrebbe consentito di stimolare contribuenti ad aderire ma avrebbe dato un segnale di fraintendimento, quindi non ci sarà nessuna causa di non punibilità”.
IL TETTO DI 100MILA EURO – I vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, rispondendo alle domande dei cronisti a Palazzo Chigi, hanno precisato che la dichiarazione integrativa varrà “solo su base annua, sui 100mila euro di imponibile. Non per singola imposta”, dunque non verrà consentito di cumulare lo ‘sconto’.
NIENTE SCONTI AGLI EVASORI – Non ci saranno sconti neanche per gli evasori. Delle misure di pax fiscale “beneficeranno solo coloro che hanno fatto dichiarazione dei redditi”, ma che “per difficoltà” non sono riusciti a saldare i conti con lo Stato, ha spiegato Salvini. “Finalmente – ha sottolineato – si chiudono due-tre giorni surreali, nessuno aveva voglia di scudare, condonare o regalare a nessuno”. “Le polemiche di questi giorni invece di portare a un passo indietro, hanno portato a un passo avanti”, ha sottolineato.
SALDO E STRALCIO – “Chiudiamo questa settimana con serenità, fiducia, compattezza con l’impegno, qui ci sono tre uomini di parola, che – ha spiegato – in sede di conversione di decreto troverà spazio il ‘saldo e stralcio’ per chi si trova in oggettive e certificate difficoltà economiche”. “Abbiamo concordato che in sede di conversione del decreto legge – ha confermato Conte – troveremo una formulazione adeguata a tutti i contribuenti che versano in situazioni di oggettiva difficoltà economia”. “In sostanza – ha aggiunto – consentiremo un ravvedimento operoso” per “andare incontro a chi si trova in oggettive e comprovante difficoltà economiche”.
“Sono molto contento – ha detto Di Maio – perché potenziamo lo strumento di saldo e stralcio delle cartelle Equitalia per tutte le persone in difficoltà, ribadendo all’unanimità in Cdm che non c’è nessuna volontà di favorire chi ha capitali all’estero”. “Grazie a questo decreto – ha sottolineato – nasce oggi uno Stato amico che aiuterà la parte più debole dei contribuenti”.
NESSUNA PATRIMONIALE – Di Maio, rispondendo a una domanda in conferenza stampa, ha anche precisato che nel governo non c’è intenzione di varare “nessuna patrimoniale”.
IL CASO DELLA ‘MANINA’ – Tornando su quanto avvenuto nel Cdm di lunedì scorso, Conte ha detto: “Essendo io anche il garante, ci tengo” a fare chiarezza sulla storia dell’ormai famosa ‘manina’, “anche perché siamo il governo non solo del cambiamento ma anche della trasparenza”. “E’ stato raggiunto un accordo politico in zona Cesarini, poco prima di entrare in Cdm – ha spiegato -. E’ successo spesso in passato che non ci fosse nemmeno un testo scritto. Questa volta sull’articolo 9, che non era presente nell’articolato originale con cui siamo entrati in riunione” il testo non c’era inizialmente. “Mi è stato portato questo foglio con l’articolo 9. Ovviamente se anche faccio leggere una norma di natura fiscale a un commercialista è molto complessa, ho preferito dunque io riassumere i termini dell’accordo politico raggiunto, riservandoci poi di valutare la trascrizione tecnica. Il problema è nato perché, dopo le opportune verifiche, ci siamo resi conto che non rispecchiava l’accordo politico, quindi c’è stato bisogno di questo passaggio che ha portato a un’ulteriore deliberazione del Cdm”.
LA LETTERA DELL’UE – Riguardo all’altro punto all’ordine del giorno del Cdm, ovvero la lettera dei commissari europei, Conte ha sottolineato: “In Europa c’è un clima di disponibilità al dialogo”. Da una previsione di deficit dello 0,8% “ci trovavamo già all’1,2% e se aggiungiamo le clausole di salvaguardia che valgono lo 0,7% finiamo vicini al 2%. Sembra che – ha osservato – siamo balzati al 2,4% con una manovra arrischiata, ma la verità è che puntiamo sugli investimenti che non stiamo auspicando in modo fideistico ma che sono supportati da riforme strutturali”.
“In questo momento la cosa più importante è spiegare come e perché è stata impostata questa manovra” e per questo “raggiungerò Juncker nelle prossime settimane”. C’è stata comunque, per il premier, “molta attenzione da parte dei leader europei, abbiamo delineato una prospettiva ambiziosa, perché stiamo varando il piano riforme strutturali più ambizioso” di sempre. Con l’Europa – spiega – “dobbiamo confrontarci e spiegare perché siamo convinti di non avere gonfiato” il deficit: se la nostra manovra “non fosse stata meditata avremmo dovuto dire ‘avete ragione’ ma qui si tratta di comprendere i contenuti della manovra e interloquire”. “La nostra posizione è che siamo in Europa, ci siamo molto comodi, vogliamo esercitare le nostre prerogative di stato per l’indirizzo economico ma riconosciamo gli interlocutori europei, e ci siederemo al tavolo per un dialogo leale e un confronto costruttivo e sereno”.
EURO – Salvini da parte sua ha ribadito: “Non c’è e non ci sarà nessun proposito di uscire dall’Unione europea o dal sistema della moneta unica. Stiamo bene in un continente, tranne – ha aggiunto richiamando- ai confini della Francia”. Anche Di Maio ha sottolineato: “Non c’è nessuna volontà di lasciare” l’Unione europea, “i prossimi 6-7 mesi sono importanti perché arriveranno dalle istanze di cambiamento” per “cambiare l’Europa”. Su questo, “decideranno i cittadini con le prossime elezioni”. “Riconosciamo le istituzioni europee e ci sederemo al tavolo per discutere le istanze di questa manovra”, ha concluso.