Vinitaly: in coppia e del Sud, identikit dei turisti enogastronomici

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Roma, 3 apr. (Labitalia) – Sono generalmente sposati o convivono e provengono da tutto il Paese, in particolare dall’Italia meridionale: in queste regioni, infatti, la propensione a viaggiare con motivazioni legate all’enogastronomia arriva al 52%, contro un 47% nelle regioni del Centro Italia, un 41% per quanto concerne i territori del Nord-Ovest e un 39% del Nord-Est. E’ l’identikit dei turisti enogastronomici italiani tracciato, a pochi giorni dal Vinitaly, dal Rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2019. Questo segmento turistico interessa in modo trasversale tutte le generazioni, in primis gli appartenenti alla Generazione X (ossia i nati tra il 1965 e il 1980) e ai Millennials (1981-1998): il 47% dei primi e il 46% dei secondi ha dichiarato di avere svolto viaggi di natura enogastronomica, con un incremento di interesse dei Millennials dell’86% su base annua.

Prediligono destinazioni dove quest’offerta è ampia e diversificata e si integra armoniosamente, sia con un contesto di particolare pregio paesaggistico, sia con un’identità culturale forte e radicata nella popolazione residente. “Ad affermarsi è quindi il concetto di ‘paesaggio enogastronomico’, ovvero quell’insieme di cultura, persone, ambiente, attività e prodotto tipico, che il turista italiano prende sempre più in considerazione quando sceglie la meta del suo prossimo viaggio”, sottolinea Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e curatrice del Rapporto.

A definirsi ‘enoturista’, cioè coloro che dichiarano di avere fatto un viaggio con pernottamento motivati dal tema vino, è il 28% dei turisti italiani. In particolare, il 26% degli enoturisti dichiara di visitare tre o più cantine nel corso del viaggio, mentre la maggioranza (il 74%) si reca mediamente in una o due cantine. È quindi importante sottolineare come per il 46% degli enoturisti la visita in cantina rappresenti sì la tappa più rilevante di un viaggio, ma questo si snoda poi alla scoperta del territorio circostante. La maggior parte dei turisti del vino ama percorsi misti che coniughino esperienze enogastronomiche e non, e quindi è per lo più un turista ‘enogastroculturale’, animato dal forte desiderio di entrare in contatto con l’identità, le tradizioni e la cultura del luogo che sta visitando.

Allargandosi il numero dei fruitori, cambia il profilo del visitatore medio: gli esperti, i tecnici di vino pesano meno sulla totalità e quindi le cantine oggi, a seconda del proprio posizionamento, sono di fronte all’opportunità di affrontare un cambiamento della propria offerta per soddisfare al meglio questo nuovo target. Le tipologie di strutture più amate da questi turisti sono le aziende vitivinicole situate in dimore storiche, realtà gradite al 77%; a seguire le cantine a conduzione familiare (68%), di prestigio (60%) e di design (59%). Le dimore storiche con aziende agricole sono un asset di forte interesse sia per gli italiani sia per gli stranieri, che potrebbe essere maggiormente valorizzato in tutto il nostro Paese. È molto interessante notare che la vista ad aziende a conduzione famigliare supera l’interesse verso le aziende di prestigio, segnale della crescente richiesta di voler vivere atmosfere autentiche e locali. Nonostante l’alto interesse, oltre il 60% degli enoturisti intervistati ritiene che le visite guidate in cantina abbiano un’impostazione troppo simile tra loro.

Complessivamente, la degustazione dei vini e l’acquisto a prezzi interessanti sono le esperienze più ricercate, ma dai dati si evince un forte desiderio di una offerta più ricca, con l’assaggio di piatti ricercati in abbinamento alle produzioni dell’azienda, quindi di attività come degustazioni al tramonto (indicato dal 78% degli enoturisti) e cenare nei vigneti (68%). Molto gradite a questo pubblico di appassionati risultano anche essere la vendemmia turistica, i trattamenti di benessere e attività sportive, artistiche e di rilassamento psico-fisico, oltre alla possibilità di trovare attività dedicate ai bambini. Il livello di apprezzamento risulta, infatti, compreso tra il 44% e il 61%. Ciò denota un chiaro desiderio di vivere e sperimentare la cantina attraverso modalità nuove e più coinvolgenti.

“Il recente ‘decreto enoturismo’ è un segnale forte per tutto il comparto, che consentirà di soddisfare in maniera sempre più organizzata il rapporto fra domanda e offerta: alle cantine il compito di cogliere le nuove sfide e di rilanciare una offerta più ricca e segmentata in questo momento di cambiamento che può diventare volano di crescita”, conclude Roberta Garibaldi.