Vino: accordo tra Tenute Orestiadi e La Gelsomina

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Palermo, 22 ott. (Labitalia) – Due angoli di Sicilia diametralmente opposti che si incontrano, ciascuno con le proprie peculiarità, con le caratteristiche tipiche di un’isola ricca perché varia, complessa e articolata, che da un litorale all’altro è sempre stata fonte di ispirazione per artisti, poeti, viaggiatori. Una Sicilia che oggi diventa, tramite questa partnership, un po’ più completa: da un lato la Gelsomina, con i suoi vigneti e la sede sull’Etna, dall’altro le Tenute Orestiadi, cantina che in dieci anni di lavoro sul territorio della Valle del Belìce e sulla valorizzazione di monovarietali autoctoni ha sviluppato numerosi progetti legati al connubio vino-arte e mette oggi a disposizione il proprio know-how e la propria esperienza per ciò che concerne il marketing e la distribuzione.

Due storie e due territori differenti che trovano, adesso, un punto di incontro, avviando una collaborazione che soddisfa entrambe le aziende. “Quando si parla di Sicilia, nel mondo, è sempre più importante raccontarla nella sua interezza – afferma Rosario Di Maria, amministratore delle Tenute Orestiadi – e nel nostro caso il racconto parte da ciò che conosciamo meglio: il vino. I vini della Gelsomina e quelli delle Tenute Orestiadi potranno viaggiare, da adesso, insieme, divenendo ambasciatori di una Sicilia complessa e dalle molteplici anime”.

“L’impegno profuso da oltre 30 anni nel recuperare e riportare allo splendore di qualche secolo fa un angolo unico di territorio etneo e dei suoi prodotti – aggiunge Giusi Turrisi, procuratore de La Gelsomina – avrà finalmente la giusta valorizzazione grazie all’incontro con una realtà così impegnata e presente sul territorio come le Tenute Orestiadi, che come noi sposa i principi di rispetto di natura e tradizione utilizzando però innovativi strumenti di marketing e sviluppo. Questa collaborazione, quindi, ci darà certamente l’opportunità di realizzare il sogno di far conoscere la nostra vera essenza che sta alla base del prodotto a noi più caro, il nostro vino”.