Visitare e non percorrere le strade storiche: gestione e interpretazione sono la formula

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Un gruppetto di tedeschi di mezza età, provato dal caldo e dalle oggettive difficoltà dei trasporti pubblici napoletani, crolla stremato sui sedili della rediviva funicolare centrale e attende paziente di scendere dalla collina del Vomero per proseguire la visita della città e dei suoi monumenti. In italiano, imperfetto quanto meritevole di massima ammirazione, (quanti italiani ex figli dei fiori sono in grado di sostenere una discussione in lingua straniera con solo qualche strafalcione di vocabolario?) raccontano l’avventurosa esperienza della vacanza a Napoli tra bellezze di ogni tipo, e le défaillance nella gestione del turismo, anch’esse di varie taglie e colori. Hanno appena percorso la strada più lunga d’Italia: dalla Pignasecca sono risaliti fino alla Certosa di San Martino. Le scale della Pedamentina, in salita e con una temperatura piuttosto alta, hanno messo a dura prova il gruppetto di escursionisti che, con sprezzo di fatica e pericoli, ha scelto di percorrere il tragitto fin dalla Sanità. Poca importanza è data all’esuberanza di erbacce e piccoli rifiuti in stallo lungo il percorso. A fronte dell’ammirazione per la prova atletica, essi chiariscono che il percorso è stato fatto nella speranza di vedere i fantasmi. Perbacco. Lungo la Pedamentina. Lungo il percorso, infatti, vivrebbe uno spettro vestito di bianco che si diverte a spaventare quelli che la percorrono entrando ed uscendo dai muri che costeggiano la scala. De gustibus non est disputandum. E chi disputa. La strada da Hanau a Brema in Germania è detta la strada delle Fiabe. L’itinerario tedesco fa sognare ad occhi aperti, soprattutto nel periodo primaverile ed estivo quando i centri abitati che si collocano sulla strada si animano di rivisitazioni e rappresentazioni all’aperto dei racconti di Jacob e Wilhelm Grimm: da Raperonzolo a Cappuccetto Rosso, dal Gatto con gli stivali a Biancaneve e i sette nani, da Hansel e Gretel al Principe Ranocchio. Il tutto avvolto da una natura fiorente e generosa. Lungo la scalinata napoletana invece di essere sorpresi da lampi di luce o piccole e sporadiche provocazioni sonore, o, perché no, da qualche inquietante risatella, la neanche troppo, segreta speranza è quella di non cadere, non subire furti ecc. Sembra che lo scopo della passeggiata sia quello di restare integri e in buona salute fino alla fine del percorso. Eppure i turisti si avventurano per quelle scale pieni d’entusiasmo e curiosità. Chi per il desiderio di panorami e scorci particolari, chi per mettere alla prova la propria resistenza fisica, chi per la speranza d’incontrare il fantasmino di bianco vestito. Perché non offrir loro l’ebbrezza e il brivido di percorso con fantasma? I “pellegrini della letteratura “ che decidono di percorrere del tutto o in parte i 700 km della famosa strada delle fFiabe possono facilmente rendersi conto di quanto ai tedeschi piaccia mappare il proprio territorio con strade a tema. Esse sono frutto del bisogno di tracciare la propria identità attraverso fili magici che uniscono destini apparentemente lontani e si addentrano nella storia, nell’arte, nella letteratura. A Napoli siamo pieni di luoghi, strade e siti che al più sono meramente utilizzati. e percorsi, non certo visitati. Hanno tanto da raccontare e non è giusto declassarli a semplici passaggi verso altre mete. Sono anch’essi una meta e forse ancora più importante poiché filo d’agganci di più storie e più destini. Le organizzazioni no profit, che sporadicamente offrono guide lungo i percorsi a tema a Napoli, non possono garantire la continuità delle visite o della loro qualità: non hanno alcuna libertà di gestione e, dovendo servirsi di volontari, non sempre l’offerta è di qualità appropriata. La gestione privata di un percorso come la Pedamentina procurerebbe vantaggi al proprietario (Il Comune di Napoli) la cui proprietà sarebbe perfettamente manutenuta, vantaggi economici ai gestori liberi nell’organizzazione, vantaggi ai turisti che amerebbero il percorso non solo per gli abbaglianti panorami e per la prova fisica che queste scale rappresentano ma, principalmente, perché trascinati dalla forza delle leggende potrebbero dire di aver visitato la Pedamentina e non di averla percorsa per arrivare alla meta.