Whirlpool, ecco il nuovo piano: i numeri su occupazione ed esodi

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Giovanni SgambatiUna nuova missione industriale per lo stabilimento di Carinaro a Caserta, la reindustrializzazione dei siti di None e Teverola, prepensionamenti, contratti di solidarietà, esodi incentivati ma soprattutto la volontà a non chiudere nessuno stabilimento in Italia. Saranno questi, salvo soprese dell’ultima ora, i punti principali del nuovo piano industriale che i vertici di Whirlpool si sono impegnati a presentare domani al ministero dello sviluppo economico, nel nuovo round con i sindacati di categoria. Un nuovo piano che, di fatto, scioglierebbe i nodi che hanno bloccato la trattativa nel corso della quale non sono mancati momenti di tensione, come nel primo incontro lo scorso 20 aprile quando i rappresentanti dei lavoratori hanno lasciato il tavolo, oppure l’8 maggio quando l’azienda ha rifiutato una verifica sul sostegno economico offerto dalla regione Campania sul sito di Carinaro. Scioperi a parte, infatti, sotto la sede del Mise i lavoratori della Campania hanno manifestato più di una volta il proprio disappunto contro la volontà dell’azienda di procedere a chiusure di stabilimenti non considerati strategici. Per oltre un mese i vertici Whirlpool hanno “tirato dritto” confermando una strategia fatta di esuberi, chiusure e accorpamenti.

Nuovo scenario

All’improvviso però lo scenario è cambiato. L’azienda decide di fare “un passo indietro” e contraddire se stessa annunciando un nuovo piano industriale, come più volte richiesto dai sindacati, che prevederebbe non più la chiusura di Carinario ma addirittura un suo rilancio con una nuova missione industriale, così come per None e Teverola. In sostanza l’azienda si sarebbe impegnata a non chiudere nessun sito in Italia. Domani, quindi, al Mise l’amministratore delegato di Whirlpool Italia, Davide Castiglioni, presenterà una nuova strategia della multinazionale statunitense per il nostro Paese che potrebbe portare ad un accordo. “Siamo fiduciosi – affermano fonti Whirlpool – che domani si possa trovare un’intesa. Speriamo, infatti, di trovare consensi intorno al tavolo della trattativa con soluzioni condivisibili da tutti“. A partire dalle 10 di domani mattina i vertici Whirlpool presenteranno – riferiscono le stesse fonti – “un nuovo piano industriale che verrà illustrato nel dettaglio, anche nella parte più attesa riguardante i siti di Carinaro e None. Si parlerà certamente di numeri anche se il piano verrà illustrato in tutti i suoi aspetti“.

Un nuovo soggetto industriale

Oltre ad una soluzione per Carinaro per il quale si cercherebbe di spostare la produzione di alcune componenti di elettrodomestici ora realizzate nel centro Europa, sarebbe in corso anche la ricerca di un soggetto industriale per la reindustrializzazione di Teverola. Dei mille esuberi inizialmente previsti in Campania circa 500-600 potrebbero essere gestiti attraverso gli esodi incentivati, i trasferimenti e i prepensionamenti affidando a cassa integrazione e contratti di solidarietà gli altri lavoratori. L’azienda avrebbe anche illustrato gli incentivi per i trasferimenti volontari: 32.000 euro per gli operai e 18.000 per gli impiegati. Per quanto riguarda i pensionabili con ammortizzatori sociali, sarebbe prevista una integrazione al 100% del reddito fino alla collocazione in pensione. Gli incentivi per le dimissioni di chi non ha possibilità di aggancio alla pensione saranno di 40mila euro per gli operai se firmano entro il 30 giugno per l`uscita entro un anno dalla firma e 30mila con firma tra 30 giugno 2015 e 30 giugno 2016. Chi esce dal primo luglio 2017 al 31 dicembre 2018 dovrebbe avere un incentivo di 20mila euro. Analoghi importi dovrebbero essere corrisposti in mensilità agli impiegati.

Sindacati prudenti

Prudenza viene espressa al momento dai sindacati che, pur apprezzando la decisione su Carinaro ritengono “troppo elevati” i numeri sul fronte occupazionale. “Così come abbiamo apprezzato la decisione su Carinaro – riferisce il segretario Uilm Campania, Gianni Sgambatinon possiamo illuderci però che dal punto di vista occupazionale l’impegno di non arrivare a decisioni unilaterali fino al 2018 possa risolvere il problema. Le loro proiezioni sulle uscite sono eccessivamente ottimistiche. I numeri per noi sono troppo elevati anche se non siamo contrari a nessuno strumento“.