Whirlpool Napoli, appello bipartisan: Draghi intervenga, sono in gioco mille posti di lavoro

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in foto la sede della ex Whirlpool in via Argine a Napoli

“Le sottoponiamo l’estrema preoccupazione per la situazione venutasi a creare sulla vicenda che riguarda la sede dello stabilimento di Napoli della Whirlpool”. Inizia così la lettera bipartisan inviata da 20 parlamentari di diversi gruppi (di maggioranza e opposizione) al presidente del Consiglio Mario Draghi. I senatori e deputati ricordano al premier la mozione approvata dalla Camera all’unanimità il 20 luglio scorse sottolineano come, da allora, la situazione “si è ulteriormente complicata a seguito dell’invio delle lettere di licenziamento per i lavoratori e le lavoratrici dell’impianto napoletano”. Per questo, i parlamentari chiedono a Draghi e al governo di trovare al più presto “una soluzione adeguata a questo vero e proprio dramma sociale, adottando tutte le iniziative opportune al fine di ridefinire il progetto di organizzazione che garantisca l’attuale presenza industriale sul territorio napoletano, con l’obiettivo di salvaguardare e incrementare i livelli occupazionali, sostenendo credibili progetti industriali per la rigenerazione economica e produttiva dello stabilimento industriale di Napoli”. La lettera è sottoscritta da Gianluca Cantalamessa (Lega), Vincenzo Carbone (Iv), Federico Conte (Leu), Valeria De Lorenzo (Leu), Piero De Luca (Pd), Loredana De Petris (Leu), Nicola Fratoianni (SI), Gennaro Migliore (Iv), Paola Nugnes (Misto), Angelo Pentangelo (FI), Vincenzo Presutto (M5s), Walter Rizzetto (FdI), Sandro Ruotolo (Misto), Carlo Sarro (FI), Paolo Siani (Pd), Gilda Sportiello (M5s), Lello Topo (Pd), Valeria Valente (Pd), Antonio Viscomi (Pd), Catello Vitiello (Iv).
“È dal 1° novembre 2020 che la multinazionale americana ha cessato la produzione nel sito di Napoli, decidendo di erogare gli stipendi fino al 31 dicembre per i 355 lavoratori, venendo meno ad impegni presi con il governo”, ricordano a Draghi i parlamentari firmatari della lettera. Infatti, “l’accordo del 25 ottobre 2018, firmato da parti sociali e governo, prevedeva di mantenere gli stabilimenti italiani (con circa 5 mila dipendenti) e, nel sito di Napoli, di investire per il triennio 2019-2021 circa 17 milioni di euro tra prodotto, processo, ricerca e sviluppo, confermando l’intenzione di Whirlpool di mantenere una presenza di alta qualità a Napoli, a fronte dell’utilizzo di ammortizzatori sociali e di sovvenzioni da parte delle istituzioni. La dismissione del sito industriale di Napoli ha un impatto fortissimo per il Mezzogiorno e per la stessa città, attraversata, come il resto del Paese, da una grave crisi economica derivante dalle due ondate di Covid-19 che hanno determinato le inevitabili restrizioni che comportano drammatiche conseguenze economiche per migliaia di famiglie. Inoltre, la chiusura dello stabilimento di Napoli porta come conseguenza la cancellazione di quasi mille occupati tra diretti e indiretti e risulta incomprensibile alla luce del fatto che il mercato degli elettrodomestici offre dati incoraggianti, come dimostrato dagli investimenti di Whirlpool e anche degli altri competitor come Candy ed Electrolux. La decisione di chiudere il sito di Napoli aumenta inoltre il rischio concreto di un disimpegno del Gruppo in tutta Italia, sebbene gli indicatori di mercato siano positivi. Nel corso degli scorsi mesi i lavoratori della Whirlpool di Napoli, insieme alle delegazioni dei lavoratori degli stabilimenti di tutta Italia e con la partecipazione di Parlamentari di molte forze politiche hanno manifestato affinché si trovi una soluzione che eviti la chiusura del sito. Oggi non c’è più tempo e va individuata una soluzione necessaria per il mantenimento dei livelli occupazionali del sito di Napoli e per favorire la ricerca di una soluzione industriale che metta in sicurezza il futuro lavorativo di centinaia di famiglie, per di più in un’area del paese già fortemente colpita da processi di deindustrializzazione e con una presenza di molteplici sofferenze di carattere sociale”. Per questi motivi “chiediamo a Lei e ai ministri competenti di intervenire, a partire dalla prossima riunione del 19 novembre presso il Mise, affinché si trovi una soluzione adeguata a questo vero e proprio dramma sociale”, conclude la lettera bipartisan indirizzata a Draghi.