Whirlpool Napoli, don Ciotti: Vengono prima gli uomini, poi le cifre. Spero in una mediazione in extremis

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In foto don Luigi CIotti

“Mi auguro veramente, cari amici e amiche, che nonostante tutto si continui a cercare una mediazione in extremis, un modo per salvare una fabbrica capace di realizzare prodotti di riconosciuta qualità e con la fabbrica salvare la vita e la dignità di chi ci lavora. O quanto meno si garantisca agli operai, agli impiegati lasciati senza lavoro altre opportunità di guadagnarsi il pane e di garantire un futuro a se stessi e alle loro famiglie”. Così don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, sulla vicenda che interessa il sito Whirlpool di Napoli, la cui chiusura è stata fissata da parte della multinazionale americana per il prossimo 31 ottobre. “Se questo non succederà, certamente – sostiene – non possiamo tacere. Tacere è rendersi complice: perché il male non è solo di chi lo commette ma anche di chi tace, di chi volta la testa dall’altra parte e lascia fare”. Nel suo messaggio il presidente di Libera sottolinea poi come “troppe scelte politiche impongono genuflessioni alla povera gente ai tanti lavoratori e lavoratrici”. “Non si può ragionare solo in termini di cifre e di bilanci ma anche – rimarca don Ciotti – considerando il rispetto per la dignità e per i bisogni fondamentali di tutti”. “Se le leggi dell’economia sono contrarie a quelle della Vita, non c’è altra via che cambiarle alla radice, riportando l’economia al suo ruolo di garante del bene pubblico. Una economia contraria alla vita è inaccettabile! Ma è inaccettabile anche una politica che la promuove, la alimenta e che la svincola da responsabilità. Una politica che in buona parte – conclude – ha venduto al mercato la sua essenza di servizio e che anche nella vicenda della Whirlpool potrebbe dimostrare quella responsabilità e quella intransigenza etica che dovrebbe animarla”.