Workaholic: 5 consigli per non portarsi stress da lavoro in vacanza

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Roma, 7 ago. (Labitalia) – Sentirsi costretti a lavorare a causa delle pressioni interne, continuare a pensare al lavoro anche quando non si è in ufficio, lavorare al di là delle aspettative e delle richieste. Sono i tre sintomi principali che identificano il ‘workaholism’ o ‘work addiction’, quella dipendenza da lavoro che diventa una vera e propria patologia, identificata sin dal 1971 dallo psicologo statunitense Wayne Oates. Dipendenza che si fa sentire spesso anche quando si va in vacanza, portandosi dietro lo stress da lavoro. Così, Michael Page, brand di PageGroup specializzato nella selezione di professionisti qualificati di middle e top management, condivide 5 consigli su come trascorrere al meglio le proprie vacanze senza pensare continuamente al lavoro.

“La cosa più importante – afferma Francesca Caricchia, Executive Director di Michael Page – è trovare il proprio equilibrio, concedersi una pausa facendosi aiutare da alcune abitudini. Io, per esempio, guardo le mail sempre negli stessi momenti, la mattina presto o la sera, quando i bambini sono a dormire. Per distrarmi, invece, faccio attività fisica, preparo le valige per tutti o mi dedico al giardinaggio”.

“Se si rispettano i primi quattro punti, il cambio di mindset verrà da sé. Piano piano apprezzeremo il rallentare, il concedersi più pause e il silenzio e torneremo dalla vacanza con una nuova energia che ci permetterà di ritornare ai nostri ritmi ma con uno spirito completamente nuovo”, assicura.

In periodo di vacanze estive, quindi, Michael Page condivide 5 consigli per non trascorrere le vacanze inseguiti dall’incubo del lavoro.

1. Concediti un po’ di lavoro: appare assurdo che il primo consiglio su come non portarsi il lavoro in vacanza sia quello di lavorare, ma c’è una spiegazione. Gli psicologi hanno, infatti, riscontrato che privare totalmente di lavoro un ‘work addicted’ ha degli effetti traumatici. Il rischio è che la persona abbandoni le vacanze e se ne torni direttamente a lavoro. Meglio, quindi, che per i primissimi giorni di vacanza ci si imponga di lavorare a piccolissime dosi, rendendosi magari reperibili un paio d’ore al giorno e diminuendo man mano che le ferie proseguono.

2. Divieto smartphone: ormai il fatto di vivere in un mondo connesso h24 è una realtà più che assodata (basti ricordare che il 63% dei lavoratori appartenenti alla Generazione X dichiara di lavorare da remoto di sera, di notte o nel weekend). Il controllo ossessivo dello smartphone ha origini profonde, legate direttamente ai nostri ormoni che rilasciano dopamina (responsabile della felicità), quando guardiamo cosa succede sullo schermo e cortisolo (causa dello stress), quando abbiamo l’ansia di scoprire cosa ci stiamo perdendo. Un piccolo trucco è spostare dalla schermata principale le app che causano più tensioni (mail, calendario, news…), ma concedersi, almeno inizialmente, qualche accesso durante la giornata.

3. Mantieniti occupato: il cervello deve abituarsi al relax totale e per alcune persone è davvero complicato passare del tempo senza far nulla. Fai attività fisica, riordina casa, approfittane per portare a termine i lavori domestici che rimandi da tempo. Sono tutte attività che allontanano la mente dalla propria professione, ma che allo stesso tempo portano a risultati tangibili.

4. Scegli attentamente con chi trascorri il tempo: le persone con le quali passiamo le nostre vacanze incidono enormemente su come le viviamo. Circondarsi di persone positive e con le quali non viene naturale parlare di lavoro è un grande passo per lasciarsi l’ufficio alle spalle, senza tornare in continuazione su argomenti che ci ricordino il lavoro da svolgere.

5. Cambia mindset: come ultimo consiglio condividiamo quello che può essere il più complicato da mettere in pratica, ma che è alla base di ogni cambiamento. Molte persone sono convinte che la totale dedizione al lavoro sia la filosofia perfetta per dimostrare il proprio valore e far carriera. La realtà è che non concedersi mai una tregua è una strategia logorante e controproducente. Prenditi una pausa, magari aiutati con la meditazione e lascia che la mente si ricarichi per affrontare al meglio il prossimo obiettivo.