Youth, arte del desiderio

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Il rapporto con il tempo, con il futuro, come antidoto alla depressione. Si tratta di Youth, la nuova creatura cinematografica di Paolo Sorrentino. Una pellicola che fa riflettere sul senso di questa nostra vita inevitabilmente legata all’ineluttabile tempo che scorre. Mi ritrovo a volerne parlare per il piacere di esprimere le sensazioni trasmesse dal film più che farne una recensione. Intanto ho molto apprezzato la compostezza con la quale il regista riesce a rendere incisivi nella mente e nel cuore, concetti solo all’apparenza semplici. Come un filosofo contemporaneo, che con abilità, svela e rivela il significato di interrogativi umani. Quando dichiara che il suo è un film dedicato al desiderio, quale molla fondamentale che ad ogni età può far sentire giovane, il regista/filosofo illumina e conforta nello stesso tempo. Per non parlare poi dell’accostamento immediato a Napoli, come città del desiderio, e ai napoletani, sempre radiosi nonostante le vicissitudini. Insomma, Napoli città del desiderio, i suoi cittadini che non smettono mai di desiderare, il desiderio che ti fa sentire giovane a qualsiasi età. Inorgoglisce non poco chi lo ascolta percepire quanto il regista di origini vomeresi sia ancora così ancorato alle sue origini. “Da giovani si vede tutto vicinissimo e si guarda al futuro, da vecchi tutto sembra lontano e si guarda al passato”. Un film dal sentimento saggio, una lezione che invita ad apprendere uno stile di vita, votato alla consapevolezza delle percezioni.