Al via primo progetto per osservare il cuore di un vulcano

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Raccogliere campioni di magma direttamente nel ‘cuore’ di un vulcano e realizzare il primo osservatorio nella sua stanza segreta, cioè la camera magmatica: sono fra gli obiettivi del progetto Krafla Magma Drilling Project, per perforare il vulcano islandese Krafla, al quale partecipa anche l’Italia, con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il Krafla è molto simile al vulcano più pericoloso d’Europa, quello dei Campi Flegrei a Napoli, e secondo l’Ingv il progetto permetterà sia di comprendere le condizioni che preludono ad una eruzione vulcanica, sia di valutare la possibilità di estrarre energia in condizioni di sicurezza presso vulcani simili, come Campi Flegrei. Come il vulcano italiano, anche il Krafla è costituito da una cosiddetta caldera, una sorta di conca sprofondata in seguito ad eruzioni che hanno svuotato le camere magmatiche superficiali, indebolendo la struttura del sistema e causandone il collasso. La caldera del Krafla si estende su un’area del diametro di circa 10 chilometri. Come Campi Flegrei, la struttura vulcanica è sede di abbondante circolazione idrotermale ed è soggetta a intrusioni di magmi che formano sacche a pochi chilometri di profondità: intorno ai due chilometri per il Krafla, spiega l’Ingv, probabilmente intorno a 3-4 chilometri per i Campi Flegrei. Dal 1975 al 1984 il vulcano è stato sede di una intensa attività eruttiva, caratterizzata dall’emissione di abbondanti colate di lava, inizialmente lungo sistemi di fratture e successivamente da aree specifiche sulle quali sono andati formandosi coni di scorie. Nel corso di questa estate, i ricercatori dell’Ingv condurranno esperimenti al vulcano Krafla per definire, attraverso misure, lo stato del vulcano prima delle operazioni di perforazione e tenteranno di ottenere immagini della camera magmatica obiettivo della perforazione, prevista per l’estate 2016. Il progetto sarà finanziato dal consorzio International Continental Drilling Program, lo stesso che collabora con l’Ingv per lo studio di perforazione dei Campi Flegrei.