Maradona e quell’incontro sul mare d’Ischia nell’estate del 1984. Era già uno di noi….

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Estate 1984. Ischia, l’incontro a mare con il mito del calcio. Quando a bordo del piccolo gommone 25 cavalli guidato quel giorno da mia sorella, capitano della giovanissima ciurma di amiche, ti avvistammo ad occhio nudo da lontano su uno yacht a largo dell’isola. Eri riconoscibile a molte miglia di distanza per la inconfondibile capigliatura e quel corpo caratterizzato da un concentrato di forte muscolatura. Come dimenticare la nostra euforia. Non ci perdemmo d’animo, ci avvicinammo in un battibaleno alla barca ed oltre a gioire, si eri proprio tu, con quegli occhi vispi e intelligenti, non esitammo a chiederti quell’ autografo che con la semplicità e la generosità dei grandi, ci donasti. Eri in compagnia del tuo manager Dino Celentano, sulla nostra isola, se non erro non avevi ancora fatto l’esordio ufficiale allo Stadio, e noi intrepide ragazze, probabilmente le prime fortunate ad avere il privilegio di conoscerti da vicino ed in modo spontaneo, ti porgemmo il nostro braccio per fartelo firmare. Quel momento, scalfito nel Dna della memoria, fu suggellato ancor più dalle note della celebre canzone di Peppino di Capri che intonasti mentre firmavi il braccio della nostra amica Roberta. Da quell’indizio fu evidente che eri già uno di noi, che presto saresti diventato un tutt’uno con la città. Quel braccio non fu lavato per giorni…pur di esibire con fierezza la prova della nostra conquista. Sei poi entrato a far parte della vita di tutti noi, napoletani e non solo, attraverso le gesta sportive anche sentimentali, ci hai fatto sognare e piangere, e noi ti abbiamo amato così come eri e come sei stato, nella buona come nella cattiva sorte. Tu, il pibe de oro che ha reso magici quegli anni della storia del calcio partenopeo, immemorabile l’esultazione della città dopo la vittoria del primo scudetto, tra i ricordi più belli della mia giovinezza, oggi ci saluti per l’ ultima volta in questa stagione terrena. Io il tuo saluto lo voglio immaginare così, proprio come l’ ultimo saluto di quel giorno felice in mezzo al mare, quando dopo averci regalato la tua conoscenza in allegria, ti allontanasti con la barca per entrare nel porto d’ Ischia. E mentre noi seguivamo la scia per non perderti di vista, tu continuavi a salutarci non più con la mano, ma disteso sul prendisole e con la gamba alzata facesti ciao proprio con il mitico sinistro che ha incantato il mondo intero. Ciao Diego, talentuoso campione, grazie ancora per averci fatto sognare!