Dubbi sul ddl concorrenza
Sansone: Rischio oligarchia

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L’annunciata legge sulla concorrenza? Sì, per la concorrenza sleale”. Non usa mezze parole Maurizio Sansone, presidente del Collegio dei Periti Industriali e Periti Industriali Laureati di L’annunciata legge sulla concorrenza? Sì, per la concorrenza sleale”. Non usa mezze parole Maurizio Sansone, presidente del Collegio dei Periti Industriali e Periti Industriali Laureati di Napoli, che sul disegno di legge presentato da Federica Guidi, ministro dello Sviluppo Economico, già varato lo scorso 20 febbraio dal Consiglio dei Ministri ed ora pronto a cominciare il suo iter parlamentare, non ha dubbi: “Consegna il mercato dei servizi professionali nelle mani di pochi e non tutela affatto i consumatori utenti. Altro che liberalizzazioni”. Sotto i riflettori, in particolare, le norme sulla semplificazione dei trasferimenti di beni immobili non abitativi dal valore catastale inferiore ai 100mila euro che estendono l’autenticazione della sottoscrizione dell’atto dai notai ai soli avvocati. “Se si voleva favorire la concorrenza ampliando la platea dei professionisti abilitati alla certificazione dell’atto – sottolinea Sansone – avrebbero dovuto includere tutte le categorie professionali e tecniche come quelle dei Periti Industriali che sono già abilitati alla difesa tributaria dei contribuenti secondo le leggi in vigore e già autenticano la firma di questi ultimi”. Quanto alla specifica competenza, rimarca Sansone “ricordo che già da tantissimi anni anche i Periti Industriali vengono delegati alle operazioni di vendita dei beni immobili nel processo esecutivo”. Ma a finire nel mirino del Collegio dei Periti Industriali la norma che si occupa dell’abrogazione del divieto di svolgimento delle attività professionali in forma associata per quelle realtà che avevano ricevuto commesse in qualchemodo riconducibili alle leggi razziali del ’39. Un divieto che, come ricorda anche la Rete delle Professioni Tecniche, era stato già eliminato con la legge del ’97 e che ora sembrerebbe essere stato riproposto per far passare la retroattività della norma abrogativa in modo che le società di ingegneria che, in violazione della legge avevano assunto in passato commesse dai privati, vedrebbero ora sanata la loro posizione. “La stessa norma – ricorda Giovanni Esposito, segretario partenopeo del Consiglio nazionale dei Periti Industriali – era già stata proposta nello Sblocca Italia ma, dopo le reazioni della categorie tecniche che ricordavano come le società di ingegneria hanno espulso i professionisti dai bandi pubblici accaparrandosi il 93 per cento del mercato (e con questa norma accadrebbe lo stesso nei bandi privati), l’emendamento era caduto. Ora ce la ritroviamo di nuovo tra i piedi. Mentre le società tra professionisti sono chiamate a rispettare vincoli e adempimenti, le società di ingegneria ne sono esentate: parliamo di assicurazione professionale, aggiornamento continuo per i soci o dell’esercizio in via esclusiva dell’attività professionale da parte dei soci fino al controllo disciplinare da parte di Consigli di disciplina terzi”. Per i periti il ddl attuerebbe, dunque, “una palese disparità di trattamento