Grazie Nenni

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1.

 Sono letteralmente ammirato di quanto riesce a fare Santa Madre Chiesa ed il suo Cardinale di Napoli. È stata una gioia partecipare a questo corteo di preghiera il 30 di maggio, che partiva dalla Chiesa di Sant’Agrippino, nel cuore di Forcella, diretto al Duomo e guidato dal Cardinale Sepe.  In un tempo di silenzio delle Istituzioni, degli uomini del Sapere e della Scuola, la Chiesa si pone il problema della criminalità organizzata e delle conseguenze nefaste sulla qualità del tessuto sociale, intriso di violenza, assuefazione, fino alla rassegnazione ed alla indifferenza: vogliamo immaginare quale effetto avrebbe sortito il Sindaco di Napoli (mi scuso se lo rinomino: avevo promesso di non parlarne più!) se, nel suo comizio iniziale, avesse messo la stessa carica di violenza e di volgarità nei confronti dei camorristi, che invece ha messo contro Renzi?! Se avesse detto: “Camorristi, vi dovete c……..sotto dalla paura, perché vi sconfiggerò, portando nella città lavoro, perché spenderò le risorse europee che finora non ho neppure appaltato, porterò nuovi investimenti, creerò nuove strutture. Camorristi¸ non avete speranze, tornate indietro ed io vi accoglierò con il lavoro ed una nuova qualità delle periferie!” Non ci ha proprio pensato il Sindaco, anche perché una cosa è dire a Renzi quelle parole, un’altra è dirle agli uomini della camorra. Ma non ci hanno pensato neppure gli altri candidati a Sindaco che vanno per la maggiore; anche per loro pare che la tragedia della criminalità organizzata, con generazioni di giovani bruciati in quella esperienza sempre più ….attraente, non “abiti” a Napoli. Poteva essere un terreno di attacco vero al Sindaco, ma anche di proposta concreta: sono mancati l’uno e l’altra. Senza entrare in alcuna di quelle miserie di cui a questa drammaticamente povera campagna elettorale, ci ha pensato il Cardinale, con la sua iniziativa opportuna, facendo balzare in tutta evidenza quel silenzio colpevole. Un ruolo, il suo, ancora una volta di supplenza, vera e propria, che va incontro alle attese di tanta gente. Per alimentare almeno la speranza. Imperiosamente a quei giovani disgraziati ha gridato: “Deponete le armi, state sbagliando, state distruggendo il vostro futuro…in questa Città che è sinonimo di vita, di gioia, di civiltà”. C’era tanta gente, tanti giovani, tante donne, tutti “arroccati” attorno ai loro Parroci, alle loro Parrocchie. Una bella ora di gioia e di speranza.  A Napoli. A Forcella.

2.

Chi vincerà? Pare che, sondaggi alla mano, si lotti per il secondo posto. Per ora. Ma, al ballottaggio, soprattutto se dovesse arrivarci Valeria Valente, può succedere di tutto. Matteo Renzi non sarebbe venuto a Napoli a chiudere la campagna elettorale se non avesse ricevuto sensazioni buone. Però l’impressione è che, soprattutto per il PD, sia stata la campagna elettorale dei portatori di preferenze, i cosiddetti capi-bastone. E’ mancato il colpo d’ala della Politica con l’aggravante del piombo, nelle ali appunto, nella critica costante di Antonio Bassolino. Rancoroso e malinconico: solo in articulo mortis della campagna elettorale ha fatto sapere che voterà come si conviene per un “fondatore” del PD. “La contradizion che nol consente” avrebbe detto Padre Dante. Il Principe De Curtis, più prosaicamente, lo avrebbe “accompagnato” con il suo gesto eloquente: “… ma mi faccia il piacere!” Continuo a ritenere, a sua differenza, che noi anziani, ed Antonio lo è per servizio e militanza, abbiamo solo il dovere di testimoniare i Valori in cui abbiamo creduto e restituire almeno una parte di quello che abbiamo ricevuto dal Partito. Così, nel mio piccolo, sono felice che sulla scheda elettorale ci sia di nuovo il simbolo del PSI, lo stesso del Partito del Socialismo Europeo: merito di pochi, ma entusiasti, militanti… sopravvissuti a fughe squallide, alla ricerca di sistemazioni personali e di qualche tardo, e triste, strapuntino.

3.

La nostra Repubblica ha 70 anni. E’ ancora giovane, in verità. E’ stata ricordata più o meno sobriamente. Con testimonianze positive nel segno di quel Referendum, che significò il ritorno alla Democrazia, all’esercizio del Voto, quella volta riconosciuto anche alle donne. Una vera, ancorché tardiva, conquista. A me piace ricordare il ruolo protagonista di Pietro Nenni, spesso, ingiustamente e contro la verità storica, posposto a De Gasperi ed a Togliatti. Il vero “apostolo” di quella vittoria fu lui. Con i suoi comizi trascinanti e con i titoli dell’Avanti!, fiammeggianti, come li definiva Antonio Ghirelli. Il più famoso ed il più pregnante resta: “La Repubblica o il caos!” Dopo la vittoria, lo stesso Avanti! titolò: “Grazie a Nenni”. Ed il Partito Socialista alla contemporanea elezione dell’Assemblea Costituente, risultò secondo, dopo la DC, ma prima del PCI. In questo tempo di oblio, anche delle radici, credo che sia sempre attuale, e doveroso, dire ancora: “Grazie, Nenni!”

4.

“Sono un non credente, come Kafka”, ha detto di sé Giorgio Albertazzi. Non so come  nostro Signore giudicherà i “non credenti”. Se il “criterio” sarà quello di premiare i “costruttori” di Bellezza, allora Giorgio Albertazzi sarà lì, nell’Empireo, come lui stesso definiva il dopo della Morte, a “cantare” ancora Dante, Shakespeare, Leopardi”. Sì, perché Giorgio era, e resta, una meraviglia del Creato, che viene da Dio. Ho avuto l’onore di essergli amico: gli devo mille emozioni e mille “ricchezze”. La celebrazione al Teatro Argentina di giovedì 2 di giugno, Lui “presente” nell’urna delle Sue Ceneri in palcoscenico, è stata da brividi. Lo abbiamo rivisto, e risentito, nei suoi personaggi più famosi, da Ulisse a Marc’Antonio, ad Amleto fino all’Imperatore Adriano, di cui al suo desiderio estremo: “…cerchiamo di entrare nella morte ad occhi aperti.” Sono certo sarà stato anche quello di Giorgio, animato com’era dal fuoco della “canoscenza”. Anche dell’Aldilà. Resterà nella testa, e negli occhi, di quanti, in questo tempo oscuro, si ostinano, nel segno anche della sua testimonianza, a ricercare, ed a coltivare, Bellezza.