L’importanza del Festival dell’Economia di Trento

Uno degli eventi dove non possono mancare quanti conducono i giochi dell’Italia è quell’ incontro annuale a Trento, quasi sempre nella seconda metà di maggio. Il motivo è il Festival dell’ Economia, giunto alla XIX edizione. In frangenti come quello attuale, soprattutto nel Paese, L’ appuntamento sotto le Alpi deve essere considerato un vero e proprio pensatoio per chi produce e quanti se ne interessano. Nei giorni a esso dedicati, i partecipanti portano il loro importante contributo, volto soprattutto alla soluzione di problemi strategici. Di conseguenza è implicito che molte delle soluzioni proposte siano di portata ben più ampia della sola valenza nazionale. Una di esse è venuta fuori articolatamente venerdì, prendendo come base le considerazioni espresse dal Presidente dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli. La sua premessa è stata che, per essere competitiva sui mercati internazionali, ciascuna banca deve adeguarsi. Tale indicazione era rivolta, con approssimazione minima, al raggiungimento di uno standard quanto meno europeo di quelle tra esse che ancora non l’hanno fatto. Quell’ intervento è stato rivolto alla necessità non differibile che suonino all’ unisono le orchestre- i sistemi creditizi- di ciascun paese della UE. Il Presidente ha continuato affermando che le banche nazionali debbono operare in un contesto di possibilità e limiti comune per ogni stato. Lo faranno osservando quanto previsto da un codice di diritto bancario comunitario tutto da scrivere, le cui norme dovranno essere osservate pedissequamente dagli operatori del credito basati nella UE. Patuelli ha usato il termine Codice per definire la summa di diritto bancario con le norme riguardanti la gestione del credito. C’è da credere che quel vocabolo voglia significare in maniera autentica che il tomo di cui sopra conterrà quanto di più attuale e sperimentato c’è nella normativa in merito già vigente in ciascun paese membro dell’ Unione. Altre regole saranno aggiunte e condivise in itinere e quanto fin qui esposto lascia supporre che di pari passo dovrà procedere anche il trattamento di ogni stato da parte del fisco comunitario non solo per il comparto del credito. I rappresentanti delle banche presenti all’ Intervento del Presidente dell’ ABI si sono detti d’accordo sulle proposte dello stesso e alcuni degli stessi hanno rilanciato sottolineando che la strada che Bruxelles dovrà imboccare a stretto giro è quella appena accennata. Un altro vulnus del sistema creditizio Italiano è stato evidenziato dal Presidente dell’ IMI San Paolo, Gian Maria Gross Pietro, comune anche al resto d’ Europa e degli USA, è la dimensione di ogni singola banca. Già nel confronto con alcuni istituti di credito europei, per le banche italiane cimentarsi non è semplice. Non lo é ancor più quando i competitors sono di matrice orientale. Volendo azzardare un richiamo al mondo della produzione in generale, questo stato dei fatti può essere assimilato al concetto di “massa critica” caro agli economisti d’ azienda. Come a dire che se non si combatte con armi pari, difficilmente la banca meno “in arme” avrà uguali possibilità di avere la meglio.Tanto é per ora, con il conforto che le prossime elezioni per il rinnovo del parlamento europeo possano, secondo il concetto caro ai contadini, fare “scopa nuova”, (absit injuria verbis) rispetto a parte dell’attuale establishment. Contribuiranno così a snellire e a rendere concreto quanto ipotizzato innanzi e altro se possibile. Semprechè il Governo prenda per buone quelle considerazioni e passi dalle parole ai fatti.