Nessuno tocchi Prandelli

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La scorsa settimana, dopo le prestazioni non proprio esaltanti nelle amichevoli con  Irlanda e Lussemburgo, sono subito partite le critiche nei confronti del nostro commissario tecnico Cesare Prandelli . La scorsa settimana, dopo le prestazioni non proprio esaltanti nelle amichevoli con  Irlanda e Lussemburgo, sono subito partite le critiche nei confronti del nostro commissario tecnico Cesare Prandelli . Premesso che nei  Mondiali vinti nel 1982 e nel 2006 le polemiche e il clima di diffidenza iniziali, legati agli scandali nel calcio, furono ben più feroci rispetto a quelle di oggi, trovo ingenerose e assurde le critiche  nei confronti di Prandelli. Innanzitutto non si tiene conto del fatto che l’Italia storicamente non hai mai fatti grandi prestazioni nelle amichevoli, specialmente quelle che precedono un Mondiale. Questo è accaduto sia nel 2006 che nel 1982, quando il Mondiale lo abbiamo vinto. Verrebbe  quindi, scaramanticamente, quasi da essere contenti di non aver fatto fatto una grandissima figura in amichevole. Ma, al di là della scaramanzia, si sa che l’ Italia è una squadra che si esalta nei momenti difficili ,quando le partite diventano decisive. Meglio vincere quattro mondiali che dare spettacolo in amichevoli con goleada ,come accade per altre squadre, e poi non vincere nulla. Seconda questione, prendersela con Prandelli è assurdo, proprio per il miracoloso lavoro che ha svolto fino ad adesso. Non dimentichiamo che ha preso una Nazionale a pezzi dopo il disastro del Mondiale in Sudafrica del Lippi bis e in poco tempo ha saputo riportare entusiasmo intorno alla Nazionale imprimendole subito una identità chiara: basta con il difendere e poi ripartire, dogma del calcio italiano da sempre. Così abbiamo visto crescere una Nazionale che attraverso il gioco, pur essendo sulla carta inferiore ad altre squadre, ha saputo conquistare un secondo posto agli Europei del 2012 e un terzo posto in Confederations cup, dopo una favolosa prestazione in quest’ultima competizione contro la Spagna, arrendendosi solo in semifinale  dopo una lunga serie di rigori e riscattando in parte la brutta figura nella finale dell’Europeo dell’ anno prima, sempre con gli iberici. Solo attraverso le idee che ha saputo trasmettere alla squadra è riuscito a sopperire all’ assenza di top player, se si escludono Pirlo e Buffon. Qualcuno in questi giorni ha poi accusato Prandelli di non avere coraggio. Io credo che invece non portare Giuseppe Rossi, uno dei giocatori più forti del nostro calcio, è stata una scelta sofferta  e coraggiosa, perché, non ritendendolo in condizioni fisiche tali da affrontare un mondiale e tagliandolo dai 23, sapeva (e sa) che le critiche non sarebbero mancate. Inoltre, Prandelli, a proposito di coraggio, è l’unico ad essere riuscito fino ad ora a gestire Balotelli. Molti forse dimeneticano il Balotelli stratosferico di due anni fa all’ Europeo, mai più visto così forte e decisivo. Prandelli, tra l’altro, per questo mondiale è andato ancora oltre con il coraggio, rispetto all’ Europeo. Infatti, se farà veramente giocare insieme, come sembra, Verrati e Pirlo, sarà completa la trasformazione rispetto alla tradizione del nostro calcio catenacciaro : giocare palla a terra e imporre il nostro gioco. Prandelli ha capito da tempo che, per vincere, bisogna puntare a imporre all’avversario il proprio gioco, attraverso il possesso palla e un’ idea di gioco propositiva. Non è un caso che, rispetto alle nostre squadre di club, mai protagoniste negli ultimi anni nelle coppe europee, la Nazionale, invece, nel ciclo Prandelli ha già raggiunto ottimi risultati. L’ idea di affiancare a Pirlo, spesso marcato ad uomo, De rossi e Verratti, due capaci di impostare l’azione, potrebbe essere la mossa decisiva. A chi gli rimprovera di non avere coraggio non va dimenticato che Prandelli è fra i pochi ad aver saputo credere nei giovani. Lo testimoniano la convocazione di Darmian De Sciglio e soprattutto del trio, di Zemanlandia memoria, Verratti Insigne Immobile. Per quanto riguarda la scelta degli attaccanti, molto criticata in questi giorni, Prandelli ha voluto puntare su coppie già collaudate ed anche questa potrebbe essere una mossa decisiva. Infatti, Balotelli e Cassano hanno già dimostrato all’ Europeo cosa possono combinare insieme se sono in forma e Immobile, oltre ad aver formato una splendida coppia con Cerci nella fantastica stagione del Torino, ha giocato e si conosce a memoria anche con Insigne, avendo vissuto insieme una spendida stagione con il Pescara targato Zeman. Per finire, Prandelli ha voluto anche legare alla Nazionale delle iniziative importanti, intuendo come il calcio, grande fenomeno di massa, possa anche accendere i riflettori su temi importanti, portando perciò la nostra Nazionale in luoghi simbolo come Auschwitz o la terra dei fuochi, dimostrando l’intenzione di voler anche trasmettere dei messaggi che vadano oltre il calcio. Insomma, Prandelli, pur essendo un uomo educato , gentile, mai arrogante o sopra le righe, come altri allenatori, ha saputo portare con coraggio una vera e propria rivoluzione nel nostro calcio. Perciò, bisogna avere fiducia in questa squadra. E soprattutto non critichiamo ingenerosamente Prandelli, dimenticando lo straordinario lavoro svolto fino ad oggi: diamo a Cesare quel che è di Cesare. Marcello Iadevito