Parole dell’innovazione, la trascuratezza controllata

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Le parole che si sposano con il management sono accuratezza, diligenza, scrupolo, zelo. Le parole della ricerca sono sfidanti: trascuratezza seppur controllata, distrazione, svista, sciatteria (si pensi alla sciatteria dello scienziato scozzese Alexander Fleming che non si dà cura delle sue culture di laboratorio; da una di esse contaminate dalla muffa Fleming arriverà alla scoperta della penicillina).

Impresa manageriale
L’impressa manageriale risponde ai desideri del cliente. La mappa delle conoscenze padroneggiata dai dirigenti è lo strumento utilizzato per migliorare le prestazioni dei prodotti e servizi, e per conquistare nuovi clienti. Osservando il mercato, la conoscenza accelera l’innovazione incrementale – ciò che rende migliori i prodotti da offrire ai clienti che desiderano versioni migliorate degli stessi. Gli imprenditori informati sono soggetti all’ignoranza razionale che si presenta quando il costo dell’uscita dalle loro mappe di conoscenza orientate al mercato e dell’ingresso nel campo dell’ignoranza creativa è ritenuto troppo elevato. Una volta che il percorso da esplorare è disegnato sulla mappa, il saper arrivare al traguardo è ciò che determina il successo o il fallimento dell’innovazione incrementale.

Trascuratezza controllata
Propugnata dal microbiologo e premio Nobel Salvador Luria (1912-1991), la trascuratezza controllata porta a improvvisare, essere contraddittori, mettere insieme logica e intuizione, sfruttare l’inesperienza. Tutti questi sono atteggiamenti mentali che sono obliqui. Ed è questa via a serpentina che sbocca nel creare cose del tutto nuove anziché limitarsi al miglioramento dell’esistente. L’obliquità, che interessò tanti scrittori e artisti del Rinascimento, fu da loro identificata con la figura mitologica di Hermes, il dio dell’Olimpo che rivestiva diversi ruoli viaggiando simultaneamente in direzioni varie. In seguito, l’approccio obliquo fu uno dei soggetti favoriti da Francis Bacon (1561-1626), intellettuale poliedrico e scienziato inglese, e, ai tempi nostri, dall’economista inglese John Kay (si veda il suo “Il pensiero obliquo”) per rigenerare l’arte della politica che è sbilanciata verso la stretta via lineare dell’evoluzione pianificata.

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