Regno Unito, cura dei tumori: osservato in azione il Dna a 4 eliche. Italia protagonista

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Osservato per la prima volta in azione il Dna a quadrupla elica, che potrebbe giocare un ruolo importante nei tumori: il risultato è stato ottenuto grazie a speciali sonde fluorescenti, che permettono di evidenziare come questa rara forma di Dna interagisca con le altre molecole nelle cellule viventi.

La tecnica, che potrà accelerare la ricerca di nuovi farmaci anticancro, è pubblicata sulla rivista Nature Communications da un gruppo britannico guidato dall’Imperial College di Londra. Nella nuova scoperta l’Italia è protagonista. Lo studio, infatti, porta la firma anche dei ricercatori Rosa Maria Porreca e Paolo Cadinu, entrambi in Inghilterra per lavoro. Il Dna a quadrupla elica (chiamato anche G-quadruplex) inoltre fu individuato nelle cellule umane otto anni fa dalla ricercatrice italiana Giulia Biffi all’Università di Cambridge. Si tratta dunque di un’acquisizione recente della biologia che ha subito attirato l’attenzione non solo perché rivoluzionava la vecchia immagine del Dna a doppia elica, ma soprattutto per il suo possibile legame con diverse malattie. “Sempre più indizi indicano che il Dna a quadrupla elica giochi un ruolo importante in vari processi cruciali per la vita e in tutta una serie di malattie, ma finora mancava la possibilità di visualizzarlo direttamente nelle cellule viventi”, spiega il chimico Ben Lewis. I G-quadruplex sono infatti così rari che “è come cercare un ago nel pagliaio, quando anche l’ago è fatto di paglia”.

Per superare questo problema, i ricercatori hanno usato una speciale sonda chiamata DAOTA-M2, che diventa fluorescente in presenza dei G-quadruplex: il segnale non dipende dalla concentrazione della molecola, e per questo permette di vederla anche se rara. Grazie a questa tecnica è stato possibile studiare le interazioni tra i G-quadruplex e due proteine (chiamate ‘elicasi’) che agiscono srotolando e rompendo la quadrupla elica. La sonda DAOTA-M2 permette inoltre di verificare se particolari molecole introdotte nella cellula vanno a legarsi alla quadrupla elica bloccandone l’attività: un metodo che potrebbe rivelare quali candidati hanno il potenziale per diventare farmaci anti-cancro.