Avvocati, l’Upa sugli esami di abilitazione: Scelte illegittime per la prima prova

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“Tutti i praticanti avvocati hanno sempre fatto affidamento, e così è stato anche quest’anno, sulla circostanza che la materia regolata dal diritto civile sia da intendere come diritto civile in senso stretto”, ed è “scellerata e illegittima” la scelta di non escludere “gli istituti di cui al Libro V e VI del codice civile tra gli argomenti oggetto di quesiti per quei candidati che abbiano optato per diritto civile quale materia della prima prova”. Lo denuncia, in una nota, Claudia Majolo, presidente dell’Unione Praticanti Avvocati che lo scorso 10 febbraio ha trasmesso a tutti i componenti della Commissione centrale una richiesta di revisione delle linee guida per la redazione dei quesiti di cui alla prima prova orale della sessione 2021 dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense, sessione il cui inizio è programmato per il prossimo 21 febbraio. “La mancanza di tale fondamentale precisazione – secondo l’Upa – legittima, di fatto, le singole sottocommissioni a somministrare tracce in materia di diritto del lavoro e di diritto commerciale che, come noto, sono due branche che trovano la loro disciplina nel libro V”, peraltro solo “con un preavviso di 10 giorni”. “L’inclusione del diritto commerciale e del diritto del lavoro nella prima prova – spiega Majolo – è assolutamente incongrua e illogica se rapportata a quanto è oggetto di seconda prova orale, dove tali materie sono considerate, giustamente, distinte”. “Ogni diversa interpretazione, a ridosso di pochi giorni dall’avvio delle prove, – conclude l’Upa – sarebbe illegittima e foriera di ricorsi giurisdizionali per tutti quei candidati che dovessero essere ritenuti inidonei poiché esaminati su un quesito che non rientra espressamente tra le materie del bando e per cui lo stesso bando prevede una netta divisione con riguardo alla seconda prova”.